Ci sono pochi calciatori, nella storia, in grado di piacer sia all’Inter che al Milano. Uno di questi è sicuro Javier Zanetti, fuoriclasse con classe, come non ne fanno più. Capitano nerazzurro per vent’anni, vicepresidente dell’Inter, marito e papà, runner nei parchi e, dulcis in fundo, ristoratore seriale. Ma adesso arriva anche l’upgrade definitivo: testimonial non ufficiale del lifestyle milanese.
Sì, perché quando uno che ha girato mezzo mondo per lavoro dice una roba come:
«Milano? Io viaggio tanto per lavoro e devo dire che è una delle città più belle del mondo. Da quando sono arrivato qui 30 anni fa è cambiata moltissimo» ha detto al Corriere, e noi non possiamo che sentirci pompare l’orgoglio.
Dal Naviglio a San Siro: il business argentino in salsa milanese
Zanetti non si è limitato a scendere in campo. Milano l’ha capita fino in fondo: lavoro, qualità e un bel po’ di carne (letteralmente). E così ha aperto tre ristoranti, portando un pezzo di Argentina nel cuore (e nella pancia) dei milanesi.
«Il primo nato è El Gaucho, che ho aperto con amici nel 2003 in zona Naviglio Grande per portare la nostra tradizione e la nostra cultura nel capoluogo lombardo: noi siamo fanatici dell’asado». E chi siamo noi per dire il contrario? El Gaucho è diventato subito un punto d’incontro post-partita, e anche l’inizio di una nuova carriera.
«Da qui è nata la mia passione per la ristorazione: dopo ho aperto il Botinero, in Brera, che ha un menu più vario con, oltre alla carne, anche pesce e pasta». Quindi, carne per i puristi, pesce per i flexitariani e pasta per chi non ha ancora fatto il salto. Tutti accontentati, in pieno stile hospitality meneghina.
El Patio del Gaucho: il tempio dell’asado vicino a San Siro
L’ultimo progetto è El Patio del Gaucho, dentro allo Sheraton Milan San Siro. Qui non si scherza: giardino terrazzato, atmosfera chill, e la parrilla più grande di Milano (2 metri di lunghezza per 1 di altezza — roba che se ci grigli la fiorentina ci puoi fare il brunch per tutto il quartiere).
«In estate si beve un aperitivo e si mangia all’aperto: ad animare i sabati sera anche spettacoli di tango e musica dal vivo, mentre la domenica a pranzo c’è l’asado del domingo pensato soprattutto per le famiglie».
Insomma, weekend sistemato: sabato per la date night, domenica per il pranzo coi parenti (che non si sa mai dove portarli).
Il vino di Zanetti (che però non beve)
Come se non bastasse, il Capitano ha anche un vino che porta il suo nome. Un Malbec argentino con una storia particolare:
«Lo produco per gli altri perché io non bevo, sono astemio – scherza il Capitano – e anche per uno scopo benefico, per raccogliere fondi da devolvere alla mia fondazione Pupi che sostiene bambini e adolescenti». Astemio, benefattore e imprenditore: praticamente un unicorno in maglia nerazzurra.
Zanetti ama Milano, però vive a Moltrasio, sul lago di Como «quando ancora ero fidanzato, e non sposato, con Paula, adesso mia moglie, un’estate siamo venuti in questo posto e ce ne siamo innamorati. A me piace la tranquillità, la vita in famiglia e poi l’Inter si allena ad Appiano Gentile, è comodo». Anyway, Zanetti Milano ce l’ha nel cuore. E anche nelle gambe:
«Zona San Siro mi piace molto – conclude il campione – mio figlio gioca all’Accademia Internazionale Milano e quando lo porto ad allenarsi ne approfitto per andare a correre al parco Trenno. Però amo anche il centro città, il Duomo e passeggiare in Brera». Non che sia difficile amare le zone fighette eh.









