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zanzare-punture

Incredibile, ma vero: a Milano, nel 2025, le zanzare sono (quasi) sparite. Le coinquiline moleste di ogni estate, le campionesse olimpiche di fastidio, le cause prime di pomate, zanzariere e sbrocchi notturni, sono parecchio diminuite.

Ma voi ve ne siete accorti?

Dai Navigli alla Bicocca, da CityLife a Quarto Oggiaro, la gente si guarda intorno un po’ incredula. E commenta, sottovoce: “Ma… ti sei accorto che quest’anno non ci stanno pungendo?”.

Il mistero della zanzara scomparsa

Le ipotesi si sprecano, le teorie si moltiplicano. Ma gli esperti, quelli veri, stanno cercando di dare una spiegazione razionale. E la pista più quotata è questa: lo sfalcio ridotto. Che, per chi non ha fatto l’agronomo al Politecnico, significa una cosa semplice: i parchi e le aree verdi non sono stati rasati come un campo da golf, ma lasciati un po’ wild.

Questo “verde spontaneo” – che prima sembrava più una svista da tagli al bilancio – avrebbe creato micro-ecosistemi più equilibrati, dove hanno preso piede i predatori naturali delle larve di zanzara. Insomma, dove noi vedevamo erbacce, la natura ci stava piazzando una task force silenziosa anti-prurito.

Brief al volo sullo sfalcio ridotto

Non è trascuratezza, è scienza. Lo sfalcio ridotto (o differenziato, per i più formali) è una pratica di gestione del verde urbano che prevede di tagliare l’erba meno spesso, permettendo alle piante di crescere, fiorire, fare seme e contribuire alla biodiversità. Tradotto: più insetti utili, più uccellini, più piccoli animali, meno casini. Il tutto migliorando la qualità del suolo, trattenendo più umidità, abbassando le temperature locali e riducendo l’impronta ecologica.

Insomma, mentre noi ci lamentavamo dell’erba alta nei parchi, la natura stava facendo il suo corso. E il Comune pure: nel 2025 le aree verdi a sfalcio ridotto sono salite a 111, per un totale di 1,7 milioni di m².

L’Amsa non c’entra (stavolta)

Nessuna rivoluzione nel piano antizanzare dell’Amsa. E neanche l’azienda piemontese incaricata recentemente dal Comune di contrastare la zanzara tigre ha ancora messo mano al dossier. Quindi, niente retroscena da appalto salvifico né squadre ninja con flaconi in mano.

Per adesso, l’unico cambiamento reale pare essere questo approccio più morbido agli sfalci. Non un caso isolato, ma una scelta già testata nel 2024 e ampliata nel 2025, raddoppiando le aree lasciate “libere di crescere”. E forse anche di riequilibrarsi.

Attenzione però: non è ancora detto che sia finita così. Potrebbe trattarsi di una tregua, più che di un’epifania ecologica. Le zanzare potrebbero tornare, magari con gli interessi. E noi, con il Raid già in mano, pronti a difendere la pelle.

 

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