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Editorial
medico_dottore

Sono appena passata per l’avventura del cambio medico a Milano e devo anche considerarmi fortunata. Gentilissima la farmacista che mi ha aiutata, anche lei è stata chiara: “Signora, non è detto che al primo colpo vada subito bene”. E infatti… Scelgo il medico più vicino a casa e scopro - ovviamente solo dopo - che non ha una segretaria e, soprattutto, non ha un’email. Morale: per farmi prescrivere due farmaci mi metto in fila e aspetto 2 ore (2 ore piene, non per modo di dire) per poi sentirmi cazziare perché per le ricette “basta mettere il foglietto nella scatola 'richieste' e passare a ritirare dalla scatola 'ricette'...”.

Ho capito, ma tu non mi conosci e mi prescriveresti così al buio due farmaci per cui serve la richiesta dello specialista?! Va beh, mi tengo il mal di pancia per un mese e torno in farmacia, risolvendo con un cambio strategico che mi lascia soddisfatta a partire dall’email: studiomedico@... più facile di così?!

Mi sento particolarmente fortunata soprattutto quando leggo che in questo periodo a Milano trovare un medico di famiglia assomiglia molto a una caccia al tesoro. Ultimo bando regionale alla mano: su 565 posti disponibili, solo 17 sono stati assegnati, fate voi i conti (spoiler: è un misero 3%). Insomma, trovare un medico per una prescrizione sembra più difficile che prenotare una visita tramite numero verde restando nel 2025 (contando che siamo a inizio luglio è pressoché impossibile).

Se Milano città si lamenta, l’hinterland non sta meglio. Anzi, probabilmente sta urlando. Lì mancano all’appello 590 medici: a sud-est, a nord, a ovest... Totale delle poltrone vuote? 1.155 tra città e provincia. E in tutta la Lombardia si sfonda il muro dei 4.200. In pratica ci manca un esercito in camice bianco.

La situa, zona per zona

Pare che se sei un medico e ti chiedono dove vorresti lavorare, la risposta non sia "in periferia sotto stress", ma piuttosto "vicino alla metro, un bar carino e magari in zona Brera". Così, nel Municipio 1 – cuore della città – due temerari hanno detto sì su 35 richieste. Nel Municipio 4 sono arrivati in tre, giusto per non lasciare le scrivanie completamente vuote. E così via: due medici al Municipio 3, due al Municipio 2… proprio pochini, insomma.

E ci sono zone in cui la situazione è diciamo… avventurosa… Tipo: nel Municipio 5 un solo medico su 55 richiesti. Un eroe solitario. Stessa scena al Municipio 6 (1 su 63) e nel 7 (1 su 74). Se ci fosse una classifica del coraggio, questi tre meriterebbero una medaglia, o almeno un abbonamento ATM gratis a vita. Un po’ meglio nel Municipio 8, dove ben tre medici copriranno il 4% delle richieste. Nel 9 arrivano in due, che ne coprono poco più del 2%. Insomma, la festa non è ancora iniziata.

C’è però un barlume di speranza, anche se ancora sotto osservazione clinica: circa 600 giovani hanno fatto domanda per le borse del Corso di Formazione in Medicina Generale. Peccato che la paga sia da tirocinante anni ’90: 800 euro al mese. Poi ci stupiamo quando leggiamo che i medici italiani vanno a lavorare a Dubai e che dalle nostre parti siano rari come le malattie senza cura… Certo, viene davvero un bel nervoso a pensare a come è stato progressivamente un servizio sanitario che veniva riconosciuto come fra i migliori al mondo.

Autrice: Daniela Faggion

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