Tra non molto Milano sarà un po’ più affollata. Secondo le ultime proiezioni dell’Ufficio Statistica dell’Anagrafe comunale, la popolazione residente nel capoluogo lombardo, infatti, è destinata a crescere. Nel 2036 potremmo sfondare quota 1,5 milioni di abitanti, e nel 2043 – se tutto va come da copione – si potrebbe arrivare a 1,546 milioni. Ma occhio: non sarà un baby boom. Il trend che emerge con chiarezza è un altro, e non lascia spazio a interpretazioni: a crescere davvero sarà la fascia over 65. Ergo, il futuro di Milano sarà sempre più silver.
Più gente, meno bambini
L’aumento complessivo della popolazione milanese — circa 6.000 nuovi residenti ogni anno — non dipenderà da un’improvvisa voglia di maternità o da un’ondata migratoria come negli anni passati. Le nascite continueranno a calare, mentre a crescere saranno soprattutto tre categorie: studenti, giovani professionisti e anziani. E proprio questi ultimi giocheranno un ruolo centrale.
Le stime comunali sono chiare: gli anziani saranno il gruppo con il maggiore incremento numerico. E questo apre un capitolo importante sul futuro dei servizi, dell’assistenza e, più in generale, sulla qualità della vita in una metropoli che punta tutto sull’innovazione, ma che si troverà presto a dover rispondere ai bisogni di una popolazione sempre più senior.
Se già oggi gli over 65 rappresentano una fetta significativa dei milanesi, nei prossimi anni la loro incidenza crescerà ancora, complice l’allungamento della vita media e la scarsità di nuove nascite. Il rischio? Una Milano ultra-performante a misura di trentenni, ma sempre meno adatta a chi ha passato gli “enta” da un pezzo.

I giovani crescono… ma non fanno figli
Accanto agli anziani, l’altra fascia in aumento è quella dei giovani tra i 19 e i 24 anni: si parla di un +15% entro il 2043, passando dagli attuali 91.000 a oltre 105.000. Un dato che si spiega con l’attrattività delle università milanesi e con la spinta internazionale della città. Ma attenzione: non tutti questi giovani saranno studenti fuori sede. Anzi, come spiegato a Repubblica da Giulia Rivellini, docente di Statistica sociale della Cattolica, molti potrebbero essere figli di famiglie che scelgono di trasferirsi a Milano con prole già adolescente al seguito.
Anche i residenti tra i 34 e i 44 anni sono destinati a crescere (+22%): si tratta in gran parte di ex studenti rimasti dopo la laurea o professionisti attratti dal mercato del lavoro cittadino. Ma qui arriva il nodo cruciale: questa generazione, pur scegliendo Milano come città in cui stabilirsi, tende a non fare figli. Un fenomeno che, seppur diffuso in tutto il Paese, a Milano è ancora più marcato.
Stranieri: leggera flessione, ma cresce l’Asia
E gli stranieri? A sorpresa, secondo le previsioni, ci sarà una lieve flessione nei prossimi anni. Dai circa 303.000 attuali si dovrebbe scendere sotto quota 300.000 nel 2043. Tuttavia, aumenterà la presenza asiatica: si passerà da 125.000 a 138.000 residenti provenienti da Paesi dell’Asia, attratti soprattutto da opportunità nel mondo finanziario e immobiliare. Non si tratta quindi di migrazione legata a necessità primarie, ma di nuclei familiari benestanti, spesso legati a investimenti di lungo periodo.
Le zone che cresceranno di più? Centro e basta
Non tutte le aree della città seguiranno lo stesso trend. Il Municipio 1, cuore pulsante di Milano, è destinato a crescere del 16%, confermandosi il polo più attrattivo. Al contrario, nei Municipi 7 e 8 (zone più periferiche) l’aumento sarà minimo, attorno all’1%.
Insomma, Milano si prepara a cambiare faccia. E se da una parte continuerà a essere un magnete per giovani talenti e professionisti da tutto il mondo, dall’altra dovrà fare i conti con una popolazione sempre più matura, che avrà esigenze diverse da chi corre da una riunione a una call in coworking.