Milano e lo stadio: un matrimonio infinito fatto di annunci, ipotesi, piani B, referendum bocciati e litigi tra Comune e club. Da anni ci chiediamo: che fine farà il Meazza? Verrà abbattuto? Ristrutturato? O finirà come una cattedrale nel deserto, tipo quelle mai finite in periferia? L’ultima puntata di questa telenovela riguarda viale Puglie, ex sede temporanea del Teatro Ciak fino al 2019, che il Comune aveva seriamente preso in considerazione come area per un nuovo stadio. Non una semplice chiacchiera, ma qualcosa di più concreto, tanto che a luglio 2023 l’allora assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi parlò in consiglio comunale di una “ricognizione informale”. Eppure, dai messaggi ora depositati dalla procura nell’inchiesta sull’urbanistica milanese, emerge un quadro molto più “vivace”.
“Finalmente facciamo noi la regia”
A gennaio 2022 Tancredi scriveva al direttore generale di Palazzo Marino, Christian Malangone, e alla dirigente comunale Simona Collarini: “Quando hai mezz’ora vorrei vedere te e Simona su viale Puglie, Ceschina”.
La risposta di Malangone non lasciava dubbi sull’entusiasmo:
“Finalmente, evviva. Facciamo noi regia per una volta”.
Tancredi replicava: “Ma noi la facciamo su un sacco di cose”.
E Malangone, tagliente: “Ma non sullo stadio”.
Un botta e risposta che racconta bene come il Comune fosse consapevole che, sul fronte stadio, il pallino fosse più nelle mani di Milan e Inter che in quelle di Palazzo Marino, nonostante la proprietà del Meazza sia comunale.
San Siro, Sesto, La Maura… e viale Puglie
Dal 2019 i club avevano proposto di abbattere San Siro e costruire un nuovo impianto accanto. Nel 2022 arrivò il colpo di scena: con il cambio di proprietà, il Milan iniziò a parlare di un nuovo stadio a Sesto San Giovanni, sulle aree ex Falck. Poi il focus cambiò ancora: primavera 2023, idea La Maura, con lo stadio dentro l’ippodromo. Una proposta che scatenò proteste di cittadini, ambientalisti e consiglieri comunali, vista la presenza di vincoli del Parco Sud e del Ministero della Cultura.
In mezzo a questo caos, Tancredi fece un sopralluogo a viale Puglie a marzo 2023 e scrisse entusiasta a Malangone: “È bella grande”. Per lui, quell’area poteva essere una soluzione più rapida rispetto a La Maura o allo Scalo Farini, altro luogo ipotizzato ma già bloccato da un masterplan di riqualificazione. “Importante è che chiudiamo Puglie prima possibile”, aggiungeva Malangone nelle chat. Insomma, se la cantavano e se la suonavano.
A luglio 2023, in consiglio comunale, Tancredi venne incalzato dal consigliere Enrico Marcora (FdI). E lì dichiarò: “Considerando sia aree pubbliche sia private, viale Puglie è un’area che, effettivamente, ha una dimensione che potrebbe ospitare uno stadio. Ma non è un’analisi, occorre capire l’accessibilità e altre cose, occorre fare uno studio vero e proprio, che a noi non interessa perché abbiamo già un Pgt con un’area destinata allo stadio, che è San Siro”.
In sostanza, per il Comune le aree realistiche per uno stadio restavano due: San Siro e viale Puglie.
La trattativa (mai chiusa) e la svolta Meazza
Nonostante il dibattito pubblico e le polemiche, il Comune non accantonò subito viale Puglie. A novembre 2023 ci fu un incontro tra Tancredi e la società Ceschina, proprietaria del terreno. Di quella riunione non si sa molto, ma fatto sta che da lì l’ipotesi Puglie sparì dai radar.
La storia recente la conosciamo: gennaio 2024, in consiglio comunale arriva il progetto di ristrutturazione del Meazza firmato da Arco Associati, con uno studio di fattibilità proposto da WeBuild. Il sindaco Sala lo definì “bellissimo”, ma i dettagli non vennero mai resi pubblici, nemmeno ai consiglieri. A settembre 2024 la doccia fredda: Milan e Inter rifiutano l’idea e rilanciano la loro prima proposta, abbattere San Siro e costruire un nuovo stadio accanto. Con una novità: questa volta i club vogliono comprare lo stadio e le aree.
La vicenda dello stadio a Milano è un perfetto esempio di come le grandi opere si trasformino in saghe interminabili. Ogni anno un nuovo piano, una nuova area, un nuovo ostacolo. Nel frattempo, San Siro continua a riempirsi di tifosi, concerti e polemiche. Certo è che l’ipotesi viale Puglie ha mostrato quanto il Comune avrebbe voluto “riprendere in mano la regia” del tema, senza però riuscirci davvero. E oggi siamo punto e a capo: i club vogliono un nuovo impianto, Sala spinge per una ristrutturazione e i cittadini… aspettano, as usual.