Milano e il traffico: una love story infinita, fatta di code, clacson, tram bloccati e motorini che zigzagano come se fossero in gara alla MotoGP. Ogni anno ci diciamo che “qualcosa deve cambiare”, ma poi i dati continuano a dirci che qui la situazione è un po’ un disastro.
Secondo un rapporto indipendente del 2024, la velocità media dei mezzi pubblici milanesi è di 9 km/h. Avete letto bene: nove. Praticamente la stessa andatura della sciura col trolley in corso Buenos Aires la domenica pomeriggio. A Berlino i mezzi pubblici vanno quasi al doppio (19,5 km/h), a Londra a 17,7 km/h. Ma noi niente, fieri del nostro passo da lumaca. E non è solo questione di lentezza: i valori di Pm10 superano i limiti Ue per ben 67 giorni all’anno. Aria che sa di “nebbia anni ’80”, solo che oggi la chiamano smog.
La soluzione? Far pagare tutti
A mettere nero su bianco questi dati ci ha pensato Enrico Fedrighini, consigliere di maggioranza del gruppo misto. Un anno fa gli è stato affidato l’incarico di analizzare la situa della mobilità a Milano e ora ha pronto un pacchetto di proposte che verrà discusso con sindaco e giunta. L’obiettivo è chiaro: ridurre il traffico privato della City, perché oggi le auto occupano circa il 70% della superficie stradale, compresi i parcheggi a raso. Solo a Milano ci sono oltre 700mila auto registrate, a cui si aggiungono ogni giorno circa 650mila veicoli che entrano in Area B. Insomma, per arrivare alla città “smart” tanto pubblicizzata a destra e a manca, ne dobbiamo mangiare ancora di cereali sottomarca.
Il modello Londra
La soluzione per Fedrighini si chiama road pricing: in pratica far pagare chi circola, sempre e comunque. L’esempio è quello di Londra, dove il pedaggio nella congestion charge è arrivato a 15 sterline al giorno e dal 2026 varrà per tutti, anche per chi guida auto elettriche. E i risultati? Numeri alla mano, a Londra l’introduzione del pedaggio ha portato a una riduzione del 30% dei veicoli in ingresso, meno 18% di congestione e addirittura +33% di viaggi in bus in centro.
“Milano è all’avanguardia per la disponibilità di strumenti di governo della mobilità in grado di consentire un’efficace riduzione del traffico privato”, spiega Fedrighini, riferendosi ad Area B e Area C. Peccato che, secondo lui, “le loro attuali modalità di utilizzo presentano risultati negativi” perché il traffico non cala.

L’obiettivo: liberare spazio urbano
La ricetta del consigliere è drastica ma semplice: far pagare Area B e Area C a tutti, senza eccezioni. Così facendo si otterrebbero più risorse e soprattutto più spazio da destinare a trasporto pubblico e mobilità sostenibile. Come dichiara Fedrighi:
Queste proposte non esauriscono il quadro delle misure utili e applicabili su vari fronti, anche nel breve periodo, ma preferisco concentrarmi su quelle misure in grado, a mio avviso, di rispondere alla prioritaria esigenza per Milano: liberare spazio urbano dalle auto, ridurre l’indice di congestione, generare risorse e spazi da destinare al trasporto pubblico di superficie e la mobilità sostenibile in ambito urbano, utilizzando gli strumenti di cui Milano dispone per operare da subito in tal senso: Area C e Area B
Secondo lui, solo così Milano potrà alleggerire il traffico e rendere più efficaci anche interventi di minore impatto, come nuove piste ciclabili o ZTL. Perché, avverte, “non è verniciando ciclabili o pedonalizzando tatticamente spazi stradali che si riduce l’attuale indice di congestione. Lo si mantiene identico, amplificandone gli effetti a poca distanza”.
Cosa significherebbe per i milanesi
Qui arriva la parte delicata: se la proposta passasse, a pagare non sarebbero solo i “fuori sede” che entrano in città con la macchina. Anche i residenti dovrebbero mettere mano al portafoglio per muoversi in auto dentro Milano. Addio “esco un attimo in macchina sotto casa”: ogni uscita diventerebbe un investimento. L’idea, va detto, non è campata in aria. Milano da anni cerca di tenere a bada traffico e smog con Area C e Area B, ma i risultati non sono bastati. Ora la domanda è: siamo pronti a pagare tutti per avere una città meno intasata, più veloce e respirabile?