Miracolo sotto la Madonnina: per una volta, niente rincari. Il Comune di Milano ha confermato che nel 2026 il biglietto ATM del trasporto pubblico resterà fermo ai prezzi attuali. Zero aumenti, zero “adeguamenti all’inflazione”, zero mazzate al portafoglio del cittadino medio che già non sta messo benissimo.
La notizia arriva dopo l’assemblea dell’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale (ATPL) del bacino Milano–Monza e Brianza–Lodi–Pavia, dove la Regione Lombardia ha ricordato ai Comuni l’obbligo di aggiornare ogni anno le tariffe in base all’inflazione. Milano, però, ha scelto la via del “paghiamo noi”: l’amministrazione coprirà l’aumento con risorse proprie, senza scaricare il costo sugli utenti.
Tks.
“Non si poteva chiedere di più ai cittadini”
L’assessora alla Mobilità Arianna Censi ha spiegato che, con l’inflazione che già mangia il potere d’acquisto, aumentare il biglietto sarebbe stato fuori luogo. E in effetti, tra affitti, carrello della spesa e benzina e caro tutto, abbiamo già le nostre beghe.
La mossa, però, non è a costo zero: biglietti e abbonamenti coprono solo un terzo dei costi del servizio. Il resto arriva da fondi nazionali e dal bilancio comunale. Peccato che, dal 2019, l’inflazione sia salita del 19,3%, mentre i fondi statali sono cresciuti appena del 5,9%. Tradotto: circa 59 milioni di euro in meno di potere d’acquisto per il sistema.
Milano, città che spende (tanto) per la mobilità
Con oltre 866 euro all’anno per abitante, Milano è già la città italiana che investe di più nel trasporto pubblico. Ma anche la più sotto pressione: nel 2024 il disavanzo previsto per il TPL milanese ha superato i 300 milioni di euro. In questo contesto, la scelta di non aumentare il biglietto è tanto simbolica quanto politica: un segnale forte in difesa della mobilità accessibile, in un momento in cui tutto il resto sembra solo salire.
Ma quindi cosa cambia (e cosa no) per i cittadini?
Per chi prende metro, tram o bus ogni giorno, la notizia è una boccata d’ossigeno. Il biglietto resta a 2,20 euro, e si potrà continuare a pianificare abbonamenti e spostamenti senza ritrovarsi l’ennesimo “ritocco tecnico” sul conto. Ma attenzione: la copertura dei costi ricadrà interamente sul Comune. Se da Roma e da Regione non arriveranno nuove risorse, mantenere questo equilibrio nel tempo rischia di diventare complicato.
E cioè, oggi non si paga di più, ma qualcuno – vedi alla voce Palazzo Marino – dovrà comunque tirare la cinghia su altri fronti.









