Faccio coming out: a me, Vanity Fair, piace. Cioè, non esageriamo: lo stimo.
Però, se una bella mattina, Vanity mi tira fuori un pezzo in cui dichiara che Torino is the New Milano da bere, che in terra sabauda si gode di più che nel territorio meneghino… mi viene da dire solo una cosAHAHAHAHAHAH!
Siamo seri: Torino, rispetto a Milano, è inferiore persino se si parla di autostima. Per dire, no? Già il nome, che finisce con -ino (come panino, tramezzino, Don Tonino) è un chiaro segnale di inferiorità. E mica sono io a dirlo: è la grammatica.
Non basta? va bene. Ecco allora 5 motivi per cui la gara tra Milano e Torino non ha motivo di esistere.
1_Il cibo
Torino ha il brodo e il lesso. Roba che viene il dubbio che sia cibo da ospedale.
Vuoi mettere il risotto con l’osso buco?
Va bene, magari il paragone è ingiusto: ciucciare il midollo non ha rivali.
Ma allora giochiamo sullo stesso piano: il pancarrè contro la michetta.
Uno fragrante, perfetto per il salame. Così incredibile che, quando passi davanti a un fornaio che l’ha appena sfornato, è più che un semplice pezzo di pane: è una macchina del tempo che ti riporta all’infanzia.
E l’altro? La sua migliore espressione è l’essere imbustato sugli scaffali dell’Esselunga e il suo unico plus è che può andare bene anche per togliere lo smalto dalle unghie.
Cosa? Avete detto bagnacauda? Quella è come l’America: un incidente di percorso che hanno raccontato come una grande scoperta.
2_Il Calcio.
Il Toro lo accetto: grande tifoseria, grande coraggio.
Ma oltre al Grande Torino di capitan Mazzola, non hanno vinto nemmeno la Coppa del Nonno. Della Juve, invece, che vuoi dire? È una squadra che ama così tanto Torino, che la maggior parte dei suoi tifosi sono altrove… Neppure loro amano la loro città!
3_Vogliamo parlare degli eventi?
Loro hanno Salone del Libro, noi la Fashion Week.
Facciamola breve: è la noia contro il ludibrio, la massima espressione della solitudine contro la massima espressione dell’aperitivo.
Praticamente, il loro è un evento organizzato in biblioteca: sai che ridere?
A questo punto, uno di Torino potrebbe dire: «ma noi abbiamo la cultura!»
Parliamone.
4_La cultura
Torino schiera Pavese? Milano mette Gadda.
Loro rispondono con un pezzo da 90 come Alfieri? Io rovescio con una pietra miliare (anche nel senso di mattone) come Alessandro Manzoni.
E il cinema? Profondo Rosso contro Miracolo a Milano, due film che, sul pubblico, hanno avuto prese diverse: il nostro ha fatto la storia del cinema; il loro, invece, ha fatto paura.
Non è ancora abbastanza? E va bene, parliamo di storia, magari quella dell’automobile, che a Torino sono forti.
Però, noi abbiamo Autobianchi, Innocenti, ma soprattutto l’Alfa Romeo: sportività e passione. E loro? Una fabbrica così piena di idee che ha sancito il suo successo comprando tutte gli altri marchi e facendoli fallire.
Non vi basta ancora?
5_La musica
Facciamola breve: noi mettiamo sul piatto Gaber, Jannacci, Celentano. Loro? Umberto Tozzi, un cantante diventato famoso per due motivi: le sue canzoni, ma ancora di più per il suo taglio di capelli fatto da un parrucchiere che ha rimandato la visita oculistica troppo a lungo.
L’unica cosa per cui possiamo provare ammirazione verso Torino (perché siamo comunque persone oneste) è il MiTo, il cocktail Martini Rosso, Campari e una fettina di arancia, inventato nella città sabauda per l’inaugurazione dell’autostrada Milano- Torino.
Ma anche lì: se chi ha inventato il cocktail ha messo prima Milano, nel nome, un motivo ci sarà, no?
Seguici anche su Instagram, taaac!