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cortinaampezzo

Manca ancora un po', ma nemmeno troppo, alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Per prepararsi all'evento è nata da poco Road to 2026, la piattaforma online con le località lombarde in cui trovare comprensori sciistici e i palazzi del ghiaccio. Potete fare un check per avere info, ad esempio, in merito a piste presenti, difficoltà e altitudine, oltre altri dettagli per scimmiati veri. Ora, tutto bellissimo. Peccato, però, che ci si stia rendendo conto di quanto i costi della baracca siano molto più elevati di quanto preventivato. Un bel casotto.

Come riportato da un lungo approfondimento del IlPost, qualche taglio per risparmare è già in previsione. Giovanni Malagò, presidente del Comitato olimpico italiano (cioè il CONI), ha infatti annunciato che le gare di pattinaggio di velocità non si terranno più a Baselga di Piné, nell’Alta Valsugana, come stabilito all'inizio. Il motivo? Per ammodernare e coprire l’attuale pista di pattinaggio sarebbe servito troppo dinero, tipo 75 milioni di euro contro i 50 milioni inizialmente preventivati. Urca. Insomma, i rincari dovuti all’aumento dei prezzi dell’energia e dei materiali da costruzione sono un grosso problema. Per carità, non si arriverà certo a dire "Ok si scherzava, niente Olimpiadi", però sicuramente ci saranno tagli che riguarderanno cantieri, strade, strutture logistiche, alloggi e servizi fondamentali per far funzionare un big event come questo.

Il problema comunque è grosso. Perché non è solo questione di risparmiare di qui, tagliare di là, chiamare dieci operai e non venti, spostare un cantiere da A a B. Abbiamo l'obbligo di mantenere gli standard di sostenibilità economica che abbiamo vantato quando nel 2019 ci siamo candidati e che poi hanno portato alla nostra vittoria: avevamo assicurato, per dire, il riutilizzo di circa il 90% delle infrastrutture esistenti, per evitare cantieri invasivi e costosi in un ambiente delicato come le Alpi. Quindi adesso non possiamo cambiare rotta e fare scelte radicalmente opposte, anche perché il CIO, il comitato olimpico internazionale, ha gli occhi puntati su di noi. Ansia. 

Torniamo allora a quella che doveva essere la nuova pista di Baselga di Piné, chiamata Ice rink oval. Originaramente l'idea era quella di coprirla e trasformarla in una struttura leggera con elementi in acciaio, pannelli in cemento, ampie vetrate, con tribune per ospitare fino a 5.900 spettatori. Bisognava poi rifare l’attuale impianto di refrigerazione per renderlo più sostenibile. I costi, come abbiamo detto, si sono però rivelati troppo elevati. E adesso, malgrado il comprensibile scontento di alcuni sindaci della provincia di Trento che hanno visto sfumare la grande opportunità, si sta valutando di spostare la pista a Torino. Si potrebbe utilizzare il più economico Oval, un palazzetto costruito per le Olimpiadi del 2006, nella zona del Lingotto, che essendo piuttosto nuovo avrebbe bisogno di pochi accorgimenti. La situa, però, è ancora in ballo quindi fino alla prossima conferenza, il 27 febbraio, non se ne saprà nulla. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini si è nel frattempo detto favorevolissimo al trasferimento in quel di Torino. "Non vedo perché non usare quella, invece di sprecare 100 milioni a Baselga", ha fatto sapere al Sole 24Ore.

Un altro sbatti riguarda poi la pista da bob di Cortina d’Ampezzo, importantissima perché qui si terranno le gare di bob, di slittino e di skeleton. Anche in questo caso bisogna riqualificare la vecchia pista Eugenio Monti, che è un po' vecchiotta e ha bisogno di parecchio restyling. All'inizio, solo per la pista, sono stati stimati 61 milioni di euro. Ad oggi, però, si è deciso di affiancare alla pista anche un memoriale per unire simbolicamente le Olimpiadi di Cortina del 1956 a quelle del 2026 e pure di riqualificare sette ettari di boschi attorno alla pista. Risultato? Tocca cacciar fuori 93 milioni di euro. Sbeeem!

Ragionando ragionando sono spuntate due alternative: spostare le gare sulla pista da bob di Innsbruck, in Austria, oppure a Cesana Torinese, in Val di Susa. La prima ipotesi costa meno, ma sarebbe davvero un peccato togliere a Cortina d’Ampezzo alcune delle gare più attese. Anche perché è Milano-Cortina, non Milano-Innsbruck, dai. E pure la seconda non convince granché, visto che servirebbero comunque parecchi soldi per sistemare la struttura. Ergo: la grana, probabilmente, alla fine verrà fuori e bon. Sempre causa too much money si sta pensando di tagliare la variante di Cortina e la variante di Longarone, in provincia di Belluno, per le quali erano stati stanziati circa 500 milioni di euro. Stica. Si tratta sostanzialmente di due tunnel, ma se il secondo sembra più fattibile, per il primo pare proprio che non ci si stia dentro coi tempi.

Riassumendo: una bella gatta da pelare. Come riportato dal Sole 24Ore, il CIO (il solito Comitato olimpico internazionale) investirà ben 540 milioni di euro per l’organizzazione e altri 370 per il rifacimento degli impianti. Dagli sponsor dovrebbero arrivare circa 550 milioni di euro anche se al momento - firme alla mano - siamo fermi a 60 milioni di euro. Un po' poco. Secondo le stime altri 200 milioni arriveranno dalla vendita dei biglietti, 50 milioni dalla vendita dei prodotti ufficiali e 50 dagli eventi collaterali. Per i costi, invece, è più complicato fare stime. All'inizio si parlava di un totale di 2,1 miliardi di euro, ma visto l'andazzo alla fine potrebbero essere molti, molti di più.

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