Chiudi video
close adblock Il Milanese Imbruttito

Disabilita l'adblock

Ué grandissimo! Ti piace leggere i nostri articoli?
Allora non fare il giargiana, disabilita l’adblock
(così fai girare l’economia, taaac)!

close adblock Il Milanese Imbruttito

Ti ho beccato Giargiana!

Disabilita l’adblock (così fai girare l’economia, taaac)!

Ok

Food&drink

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, i ristoranti cinesi non erano certo le mete d’elezione dei pranzi e delle cene milanesi. Anzi, quei pochi che avevano resistito senza riconvertirsi a sushi all-you-can-eat, più o meno dislocati dalle parti di Paolo Sarpi, erano locali abbastanza tristi, in cui consumare il solito involtino primavera, il già assaggiato pollo con mandorle, il più volte ordinato maiale in agrodolce. Piatti che, ironia della sorte, manco sono cinesi, bensì frutto di adattamenti di ricette orientali, pensate appositamente per incontrare i gusti dei palati occidentali.

Poi, però, qualcosa è cambiato: è arrivata una seconda generazione di ristoratori più smart – o forse più Imbruttiti – che si è resa conto del potenziale inespresso della loro cucina, i menù si sono arricchiti, i sapori diversificati, la scelta ampliata. Tanto che adesso, andare a provare l’ultimo ristorante cinese aperto (in contesti assai più minimal e moderni, va sottolineato) è l’ultimo sport preferito dai milanesi. Dato che ci sarà sempre un amico che vorrà portarvi in quello che ritiene migliore, voi avrete non una, bensì cinque frecce nel vostro arco.

Le Nove Scodelle, Viale Monza 4

Agie è la mente geniale dietro alla fenomenale Ravioleria Sarpi, diventata in poco tempo un punto di riferimento sia per chi ama i ravioli, sia per chi non credeva possibile innamorarsene, e invece. Il suo nuovo locale, aperto lo scorso anno, prevede un menù composto appunto da nove – deliziosi – piatti (le scodelle) come pollo kung pao, ravioli di maiale, puntine di maiale infarinate con trito di riso tostato ed erbe, spaghettoni fatti a mano, saltati con mandorle e sesamo. Materie prime eccellenti (verdure bio dell’Agricola Bargero di Como; pollo di San Bartolomeo; farine delle Cascine Orsine; carni di Walter Sirtori) e cucina tipica del Sichuan, caratterizzata dal piccante specifico del pepe, del peperoncino e delle spezie, in un ambiente fresco e giovane: per me, è già un must.

Fan Wu, Via Lazzaretto angolo Viale Tunisia

Prendetevi tempo, per scorrere da cima a fondo il menù di Fan Wu. A differenza de Le Nove Scodelle, che potrebbe essere il paradiso degli indecisi, qui la carta è pressoché infinita, e – per i più temerari – annovera anche le interiora. Si tratta di un’apertura piuttosto recente, figlia dei ragazzi di Carnivore Union in zona Zara. Difficilmente arriverete a spendere più di venti euro ordinando ravioli in brodo piccante (irresistibili), melanzane saltate con carne di maiale, gamberi al litchi, zuppa di manzo piccante e ravioli grigliati, serviti in una sfoglia leggera di acqua e farina che si crea in padella. Servizio rapido, locale semplice e luminoso; se prenotate, in particolare nel weekend, armatevi comunque di santa pazienza: ci sarà sempre un po’ da aspettare, ma ne vale la pena.

Bon Wei, Via Castelvetro 16

Dal 2010, Bon Wei propone una cucina che si compone di ingredienti freschissimi e materie prima di qualità. Nell’affascinante location di via Castelvetro, ideata dall’architetto e designer Carlo Samarati, gusterete piatti mai banali e soprattutto alti, dove ogni possibile stereotipo legato al cibo orientale è smantellato con cura e perizia. Il ristorante propone un interessantissimo percorso attraverso le 8 regioni gastronomiche della Cina chiamate Badacaixi, che con i loro piatti tradizionali sono lo specchio della varietà culturale del Paese. Gli irrinunciabili? La zuppa Xiangla piccante e profumata, il pollo freddo piccante e il maiale rosso di Mao, specialità dello Hunan. Dedicato a quelli che ancora ritengono la cucina cinese erroneamente inferiore rispetto alle altre.

MU dimsum, Via Aminto Caretto 3

Siamo in zona Piazza Della Repubblica, e questo bellissimo ristorante propone un’esperienza unica alla scoperta dei sapori tipici della cucina di Hong Kong. Il menù si basa su tanti piccoli piatti tradizionali (il dim sum, per l’appunto), da affiancare a riso, noodles e portate principali di carne e pesce. Non avrete che l’imbarazzo della scelta, tra ravioli Shāo Mài con pasta all’uovo, pollo, funghi e gamberi; ravioli Szechuan piccanti in brodo; ravioli al ragù d’anatra piccante; il Pollo di Perla, un fagottino di foglia di loto che racchiude riso glutinoso al curry, pollo e gamberetti; zampe di gallina al vapore con soia nera fermentata; puntine di maiale alla soia del Szechuan; bao al vapore ripieni di carne di maiale bio caramellata. Se siete fan dell’anatra alla pechinese, servita con crespelle sottili, salsa e verdure croccanti, qui la mangerete al top: ricordatevi di prenotarla almeno un giorno prima, contestualmente alla prenotazione del tavolo!

Tiglio, Via Giulio e Corrado Venini, 54

L’ho scoperto grazie a un mio amico, Tiglio, e forse senza il suo consiglio non l’avrei mai preso in considerazione. Siamo nel cuore di NoLo, e questo minuscolo ristorante – 5 o 6 tavoli, poco più di 10 coperti – rischia di passare abbastanza inosservato. Nessuna insegna che cattura l’attenzione, arredamento spartano, una sola stanza piccolissima dove assaporare la cucina casalinga di Qiji, la titolare (e artista). Pochi piatti preparati al momento, tra cui spiccano gli sfiziosi antipasti, il pad thai di manzo da dividere, il manzo con cipollotti. Il menù cambia a seconda della stagione e del guizzo di Qiji; resta invece invariata la sensazione – per qualche ora – di avere cenato in un’altra dimensione, a casa di una vostra cara amica cinese, che vi ha coccolati con le sue prelibatezze homemade in una serata che più intima non si può.

Seguici anche su Instagram, taaac!


Vai all'articolo precedenteIndietro
Il Milanese Imbruttito