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Figa che nostalgia: il Walkman compie 40 anni…e a noi manca da morire!

Oh, ma ve lo ricordate il Walkman? Molti di voi, specialmente della mia generazione, risponderanno sicuramente di sì. Forse però non sapete che il primo modello creato in Giappone è entrato in commercio ben 40 anni fa, il 1° luglio 1979. Purtroppo lui non può festeggiare gli anta con noi. Nel lontano 2010 la Sony […]

Oh, ma ve lo ricordate il Walkman? Molti di voi, specialmente della mia generazione, risponderanno sicuramente di sì. Forse però non sapete che il primo modello creato in Giappone è entrato in commercio ben 40 anni fa, il 1° luglio 1979.

Purtroppo lui non può festeggiare gli anta con noi. Nel lontano 2010 la Sony ha annunciato il termine della produzione e distribuzione del dispositivo che ha fatto la storia della riproduzione musicale portatile.

Inizialmente aveva il colore dei blue jeans, poi ci sono state mille varianti e imitazioni più o meno riuscite.

Chi è nato nell’era digitale è abituato a Spotify, ITunes, all’ascolto shuffle o a saltare a proprio piacimento tra milioni di tracce. Guardandolo oggi forse è pure giusto considerarlo un cimelio da museo. Sappiate però che per noi è stata una rivoluzione e ha significato molto, forse tutto.

Per la prima volta nella storia potevi portare la tua musica comodamente in giro, andando a scuola o mentre correvi al parco. Senza rompere gli zebedei al prossimo.

C’era una sola cosa fondamentale: la cassettina – o musicassetta (MC), per i più tecnici. Oggi possiamo dircelo chiaramente, tanto i reati, se mai sono stati commessi, dopo decenni sono caduti in prescrizione: se la cassetta era originale un po’ passavi per lo sfigato del quartiere.

Era una questione molto personale. Amori finiti o stroncati sul nascere per una playlist mal riuscita. La sequenza andava studiata nei minimi dettagli. Pianificare il percorso verso la scuola per ascoltare solo il meglio. Magari condividendo un auricolare con la tipa che ci faceva sbarellare.

Il mondo era molto più semplice. Avevi due sole dimensioni. Potevi tornare indietro, rewind, o andare avanti veloce, fast forward. Mai saltare. Si poteva però giocare il jolly e cambiare lato.

Spesso si registravano le cassettine dalla radio per poi ascoltarle. Tutte le volte a pregare che Albertino, Linus o DJ Ringo non parlassero troppo presto sul finale della traccia.

I Top di gamma poi la radio ce l’avevano incorporata, ma la frequenza del tuo network preferito la dovevi conoscere a memoria. Che a casa era semplice, ma quando andavi in vacanza se non ti informavi prima era un delirio. Rischiavi di passare un pomeriggio tra Radio Maria e Radio Radicale prima di trovare Radio Deejay.

Insomma, per noi nati negli anni 70-80 questo è un compleanno da celebrare. Poco importa se il festeggiato è andato in pensione da un pezzo.

Per l’occasione siamo pronti a sfoderare quella vecchia canzone che abbiamo ascoltato talmente tante volte da smagnetizzare il nastro.

La mia è Knockin’ on heaven’s door di Bob Dylan, ma nella versione interpretata dai Guns n’Roses. La vostra?

Credit Immagine di Copertina

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