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Le Langhe NON sono lontane da Milano! Poco importa se si trovano in Piemonte. Nel Piemonte più profondo.

Alcuni di voi sostengono ogni volta che l’Imbruttito in gita sottostima le distanze. A costoro facciamo presente che Maps informa che in poco meno di due ore si può andare da Piazza Duomo sino ad Alba, cittadina in provincia di Cuneo. Al centro di una delle zone vitivinicole più famose del mondo.

Gita fattibile in giornata, ma forse è meglio pianificare un weekendino, considerate le cose da vedere e gli assaggi che uno deve assolutamente smarcare per tornare a casa pienamente soddisfatto.

Alba, oltre a essere la città delle cento torri e della Nutella – visto che qui ha sede lo stabilimento della Ferrero – ospita nei weekend di ottobre e novembre la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco: un evento imperdibile!

Nelle Langhe la gastronomia la fa da padrona: vitello tonnato, battuta di fassona, pasta ripiena e non (agnolotti del plin , tajarin), brasato al Barolo, bolliti misti di Carrù. Per finire una torta di nocciole, magari accompagnata con uno zabaione caldo sopra. Insomma, non ce ne vogliano gli amici vegani, ma la dieta langarola risulta leggermente orientata verso le proteine animali.

Il tutto abbinato ovviamente a del buon vino. Qui si coltiva molto il vitigno nebbiolo, da cui vengono ricavati in particolare gli splendidi Barbaresco e Barolo, nettari degli dei nell’olimpo dei rossi più apprezzati sul pianeta Terra. Meritano una bevuta anche il Dolcetto, la Barbera, la Freisa. Oppure bianchi come l’Arneis e il dolce Moscato. Molte cantine propongono tour guidati con degustazione (generalmente meglio fare un check e prenotare). Ho perso il conto di quanti luoghi di questo tipo ho visitato. Se devo scegliere una sola cantina dico i Poderi Luigi Einaudi a Dogliani oltre che per la storia legata all’ex Presidente della Repubblica anche per la competenza della ragazza che ci ha guidati e l’eleganza dei vini.

Anche l’occhio vuole la sua parte però. Le colline delle Langhe – le cui sommità sono dette bricchi da un termine dialettale piemontese – disegnano un paesaggio spettacolare che è stato proclamato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO (al pari delle zone limitrofe Monferrato e Roero). Ci si può sbizzarrire a salire e scendere in auto o in moto immersi tra i vigneti, intervallati da qualche noccioleto e con sempre un nuovo paesello all’orizzonte.

Proprio quei paesi di cui narrava Cesare Pavese (nato a Santo Stefano Belbo). Luoghi abitati da persone testarde, ma volitive. Gente che in pochi decenni è riuscita a uscire da una condizione di povertà per entrare nel gotha del turismo enogastronomico. Barbaresco, con l’enoteca regionale situata all’interno di una vecchia chiesa e una vista spettacolare sulla valle del Tanaro. Grinzane Cavour (menzione speciale al castello che fu residenza di Camillo Benso). Barolo, con la collina di Cannubi e il Collisioni Festival che in estate porta sul palco artisti italiani e internazionali. Meritano una citazione anche Monforte d’Alba (segnatevi il nome della trattoria TerraLuna), La Morra e Serralunga d’Alba.

Una nota di folclore. Se passate da queste zone noterete degli strani campi sportivi. Si chiamano sferisteri. Qui si gioca al pallone elastico o Pallapugno (balon in dialetto). Se volete imparare le regole leggetele su Wikipedia. Io non le ho capite molto, ma è un problema mio, visto che in tutto il basso Piemonte queste sfide sono una cosa molto seria.

Se gradite un consiglio, in questa stagione i paesaggi, il cibo e i vini delle Langhe danno il meglio di sé. I colori autunnali, la vendemmia, il profumo penetrante del tartufo e quello dolce delle cucine. Una magia che raramente ho trovato in altre zone.

Insomma l’avete capito. Nutro un amore profondo e viscerale per le Langhe. Per questo mi offro come guida spirituale, ma soprattutto materiale, per le vostre gite. Ovviamente si sboccia a carico vostro. Ho appena ordinato un Barolo riserva di grande annata strisciando la vostra carta di credito. ALLA VOSTRA!

Credit Immagine di Copertina

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