Milano val bene un battibecco. Soprattutto se s’inserisce in una disputa antica ma sempre attuale come quella che contrappone Nord e Sud Italia. L’occasione è qui un incontro dal titolo – appunto – Il Meridione visto da Nord, inserito nell’ambito di Metamorfosi, convegno organizzato negli scorsi giorni da HuffingtonPost Italia alla Fondazione Feltrinelli.
A parlarne c’erano Giuseppe Provenzano, siciliano e Ministro per il Sud (e la Coesione Territoriale), affiancato da Attilio Fontana e Giovanni Toti, governatori nordisti (del centrodestra). Ad arbitrare la partita Beppe Sala, primo cittadino di Milano.
Caldo è l’argomento e caldi si sono fatti presto i toni del dibattito, accendendo tutti i partecipanti: il tema principale, si fa in fretta a individuarlo, è il ruolo della città di Milano rispetto all’intera Penisola, giudicata da Fontana accentrante e moderna nei confronti del Sud del Paese che appare quasi abbandonato nel mare delle sue difficoltà, economiche in primis e social-culturali poi.
Questa città, ha sostenuto invece il Ministro Provenzano, “si è scavata intorno un fossato” oltre il quale “la sua centralità, la sua importanza, la sua modernità, la sua capacità di essere protagonista delle relazioni e delle interconnessioni internazionali non restituiscono quasi niente all’Italia”. E ha aggiunto: “oggi Milano attrae ma non restituisce quasi più nulla di quello che attrae”. E per concludere: “Questo continua a fare la differenza tra destra e sinistra per un paese che vuole diventare più moderno e vicino se riduce le distanze territoriali”.
È chiaro che la veste di Provenzano è anche quella di perorare la causa sudista manifestandone le esigenze più strette e incombenti, ma ha senso parlare di Milano in questi toni?
Ci ha pensato allora Sala a replicare con tono abbastanza piccato: “Restituiamo nella misura in cui ci viene chiesto o per quanto siamo nelle condizioni di fare”. E poi, incalzato, ha citato le multinazionali: “Se le multinazionali estere scelgono Milano come città in cui aprire le proprie filiali italiane, non avrebbe senso rifiutarle. Oggi circa 4.300, delle 8mila multinazionali che ci sono in Italia, hanno sede a Milano. Evidentemente qui si sentono più rassicurate, vedono che il sistema funziona. Che cosa dovremmo fare: cacciarle via?”
La polemica tra Beppe, Sindaco, e Peppe, Ministro, si placa solo in serata con un post di Provenzano, che dalla sua pagina FB dichiara: “Nessun attacco a Milano, nessuna polemica con Beppe Sala. Solo una frase ripresa da un ragionamento sull’allargamento dei divari territoriali che riguarda tutto l’Occidente”.
E voi che ne pensate, Imbruttiti?
Articolo scritto da Maria Teresa Falqui
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