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In queste ore così stranianti per noi italiani, ci sono esemplari umani che ci regalano davvero perle di indimenticabile genialità. Nella notte tra sabato e domenica, poco dopo le prime indiscrezioni sull’estensione della zona rossa a tutta la Lombardia, una ragazza di 30 anni ha deciso che, costi quel che costi, se ne sarebbe andata via dalla città. E così Michela – questo il nome della 30enne in questione – ha salutato il fidanzato, rimasto a Milano, ed è salita a bordo di Como 47, taxi di tale Melchiorre. “La radio mi ha avvisato che la corsa era per Roma e mi ha chiesto se ci fossero problemi – ha raccontato il fortunato autista all’Ansa – Io l’ho accettata senza pensarci, è il mio lavoro. Ovviamente, prima di partire, ho chiesto alla ragazza se sapeva a che spesa sarebbe andata incontro. Lei si era già informata e non si è scomposta”.

Insomma, per Michela tornare nella sua Roma era una scelta senza prezzo. Tutta core. E così, alle 22.30, Melchiorre ha prelevato la ragazza e insieme sono partiti direzione capitale. “Sono abituato a viaggiare di notte, ho la musica che da sempre mi tiene compagnia – ha raccontato Melchiorre – Non avevo sonno. Lei invece a un certo punto si è addormentata”. E dopo seicento chilometri, alle 4.30 di notte, i due hanno raggiunto la tanto agognata Roma. La casa di Michela si trova nel quartiere Balduina e così, dopo pochi chilometri, la meta è stata finalmente raggiunta. “È scesa la mamma per pagare la corsa, 1.200 euro, anche se la ragazza aveva pagato quasi tutto – ha rivelato il tassista – Ho tirato giù una valigia grande e una piccola e le ho salutate”.

A quel punto Michela e la mamma si sono dirette a casa, finalmente insieme, sotto braccio. Melchiorre ha guardato la scena, molto romantica. “Quanto è bella Roma, mi sono ritrovato a dire a voce alta. I palazzi si riflettevano sul fiume, e intorno c’era aria di normalità. Quella che manca a Milano, dove dovrò tornare”, ha commentato il tassista, forse rinvigorito da un compenso che difficilmente nella sua vita potrà replicare.

Articolo scritto da Wendy Migliaccio

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