A luglio cominciano ad andare in ferie parecchie cose, ma il trash no, quello non va mai in vacanza. Se vi servisse una prova, il pezzone – perché non troviamo altro termine più opportuno per definirlo – sulle focaccine dell’Esselunga che impazza in queste ore sul web ne è la prova.
Lo storytelling è molto lineare: la mamma gli compra le focaccine dell’Esselunga, quelle del reparto panetteria del supermercato, lui le mangia e scopre che sono buonissime. Fine. Che poi a dirla tutta è la storia di ciascuno di noi. Niente di nuovo.
Però è qui che si staglia nettissima la differenza tra mediocrità e genio, perché noi ci siamo soffermati a farci colare l’unto fino ai gomiti affondando la faccia nelle focaccine, ma c’è chi su questa abbuffata è riuscito a ricamarci sopra una hit di successo.
A essere onesti la musica è da emorragia ai timpani: un mix destabilizzante di auto-tune a profusione e accordi elettronici lunghissimi. Ok, non vincerà sicuramente un Grammy e se Caprotti fosse ancora vivo un malore non glielo risparmierebbe nessuno, ma sta garantendo – almeno in zona – un discreto successo a Oel, il suo autore.
Chi è Oel? Non si sa: c’è chi sostiene sia il figlio di Cecchetto, ma mancano le prove. La canzone è attualmente al numero uno della playlist Spotify Viral 50 Italia, roba da non crederci.
Chiunque tu sia, Oel, esci allo scoperto. Questa città ha bisogno di conoscere i suoi eroi.
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