Se in Italia abbiamo Giuseppi con tutto il suo team di esperti in diretta alle 20.20 – non un orario casuale, quasi a volerci ricordare perennemente l’anno di merda in cui ci troviamo – anche all’estero si stanno organizzando meglio che possono per mettere una toppa al problema Coronavirus. Precisamente parliamo del governo federale dell’Australia, che sta studiando le possibili manovre per una ripartenza intelligente senza troppi pasticci per quanto riguarda trasporti pubblici, cinema, eventi sportivi, pub e hotel.
Proprio quest’ultimi sono al centro delle prime proposte atte a ridurre i contatti sociali: no a menù, brocche e oggetti di comune utilizzo da parte dei commensali. Non solo, negli hotel saranno aboliti i buffet sostituiti dal servizio in camera, almeno in questa prima fase di allentamento delle restrizioni.
Una manna dal cielo per l’Imbruttito, che al solo pensiero di fare aperitivo a buffet, prelevando con delle pinze da cucina appiccicaticce l’ennesimo pezzo di focaccia finito a contatto con le dita zozze dell’avventore precedente, si sarebbe piuttosto costretto a un work-out di 12 ore a tema balli di gruppo. A proposito: chissà quale sarà il futuro del momento aperitivo in città. I buffet degli hotel sono un’altra cosa, ma vogliamo davvero nasconderci dietro un quadratino di salted butter?
Per tornare alla normalità nella terra dei canguri, però, secondo quanto dichiarato da Peter Collignon – microbiologo della National University – al Daily Mail Australia, bisognerà aspettare fino a settembre.
Anche per gli australiani, quindi, si prevedono: la riduzione dell’affluenza delle persone nei luoghi pubblici con ingressi scaglionati, il tracciamento, i controlli della temperatura e il sedersi a scacchiera in luoghi in cui si tengono eventi di vario genere.
Facile facile, insomma.
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