Ogni mattina un piccolo Leone si sveglia e sa che dovrà correre per essere protagonista di almeno una decina di stories destinate a milionate di follower.
Ci voleva una pandemia globale per farmi scrivere il primo pezzo dedicato ai Ferragnez della mia vita. Eh sì, sono riusciti a influenzare anche me che ne ero sempre stato a distanza di sicurezza. Il mio non era snobismo radical chic o finto moralismo imperante. Penso che il disinteresse verso la famiglia più social d’Italia fosse semplicemente dovuto a una forte dose di cazzomene.
Durante la quarantena, invece, grazie alla mia dolce metà, ho scoperto tutti i loro profili. Già, perché dopo aver impastato a nastro pizze e pasta homemade, i tutorial su Youtube per il taglio dei capelli, la tintarella sul balcone, avendo visto e rivisto non so quante stagioni di serie TV nonché l’intero palinsesto di Cine 34, cosa ci potevamo ancora inventare per passare il tempo?
Dare una sbirciatina dal buco della serratura o, meglio, dalla porta di casa Ferragnez volutamente lasciata socchiusa al pubblico, ci è sembrata la forma più easy di cazzeggio da lockdown.
Tanto quando sarà finito il Coronavirus non li seguiremo più…questi sì che stanno bene!…chissà quanto costa la nuova tuta di lei?...però le stories con il figlio sono le più belle…oh, ma chi cacchio è ‘sto Franco?
Questi erano i nostri discorsi di alta cultura durante i primi giorni da follower dei Ferragnez. Abbiamo cominciato come tanti. Prima con scetticismo. Criticandoli per l’ostentazione del lusso, ma coltivando invidia per la loro vita socialmediaticamente perfetta. A quel punto ci siamo trovati al classico bivio. Odiarli o amarli? Noi, come tanti che ci hanno preceduti, abbiamo scelto di diventare fan piuttosto che hater.
Ci sono piaciuti a pelle perché, come noi, vanno dritti all’obiettivo. Noi a rincorrere i KPIs. Loro con i balletti per farsi seguire dai teenager su Tik Tok. Ognuno nella vita ha le sue croci.
Persino una semplicissima teglia di lasagne diventa business per loro. #STARacasa per la bionda Chiara non è solo un hashtag popolare, ma un modo per pubblicizzare un celebre marchio di ragù pronto. FERRAGNEZ E FATTURATO!
La solidarietà maschile è poi tutta per Federico Lucia, in arte Fedez. Quando vuole fare musica e scrivere testi, che poi sarebbe il suo vero lavoro, è costretto a rintanarsi nella cabina armadio. Che sarà pure più grande di tanti monolocali milanesi, ma chissà quanti papà in smart working sono costretti nelle stesse condizioni del rapper di Rozzano.
A dire il vero Fedez mi fa pure scendere una lacrimuccia raccontando di essere tornato in un piccolo studio di provincia. Per provare le stesse sensazioni di quando scriveva i testi da ragazzo e ritrovare l’ispirazione di allora. Già, belle le Feste di Pablo, ma quanto mi mancano le rime taglienti e originali dei primi album, le risse con il vicino, il gossip e le vagonate di polemiche. Per fortuna ci pensa il senatore Gasparri, con una querela a caso annunciata tramite Twitter, a farmi tornare in versione amarcord. Coso Dipinto edition!
I Ferragnez sui social rendono meglio quando sono in coppia e, soprattutto, quando nelle stories appare Leone (aka Lello), star del web a soli due anni con balletti e giochi. Quando poi passa pure la cagnetta Mati, anche senza il papillon di Vuitton, il quadretto è perfetto.
D’altronde loro sono la versione 2.0 della famiglia ideale. Avete presente quella del Mulino Bianco? Negli anni Ottanta e Novanta mica tutte le mattine in casa mia c’era la tovaglia pulita e tutti tranquilli e sorridenti attorno al tavolo con caffé, latte e nastrine fumanti. Io ricordo spesso smadonnamenti e corse forsennate dei miei genitori per mollarmi a scuola e non arrivare tardi al lavoro. Quindi, se oggi i Ferragnez fanno colazione con i tegolini in un superattico a Citylife, il paragone con certe figure mitologiche del passato regge di brutto.
I Ferragnez sanno anche sfruttare la loro capacità di influenzare i follower per mobilitare l’opinione pubblica verso temi sociali estremamente attuali e focalizzarsi su obiettivi concreti.
Lanciano una raccolta fondi e un padiglione ospedaliero viene costruito a tempo di record nel momento di massimo bisogno. Diventano volontari per un giorno per sostenere l’iniziativa Milano Aiuta, facendo conoscere al mondo chi nella nostra città porta la spesa ai più deboli. Si rivolgono alla polizia postale per denunciare episodi di revenge porn attraverso Telegram, ottenendo dei risultati.
Che dire di più? Noi ora siamo entrati nella fase 2, convivenza con i Ferragnez. A casa nostra non riusciamo più a prendere sonno senza fare un check sulla giornata della coppia Ferri-Fedez.
Perché ai leoni da tastiera, noi continuiamo a preferire il piccolo Leone!
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