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Smart working? Roba vecchia. Adesso esiste lo smart ‘walking’: turismo lento e lavoro, insieme

L’idea è di tale Davide Fiz, che sta percorrendo 20 camminate in tutte le regioni d'Italia. Insomma: mattino camminata, pomeriggio fatturata

Lo sappiamo, adesso non conta più tanto la posizione lavorativa, ma quanto il lavoro incide sul nostro equilibrio psicofisico. Lo smart working ha fatto riscoprire quanto è importante coltivare le proprie passioni, curare i rapporti personali e dedicare del tempo a sé stessi. E tutto ciò sta andando a discapito del tempo dedicato al lavoro: niente più orari assurdi, niente più notti in bianco a sgobbare. Prima di tutto veniamo noi stessi.

E se in quest’ottica Great resignation e smart working sono ormai termini entrati nel lessico comune, behold: la nuova frontiera è lo smart walking, l’unione di lavoro da remoto e passeggiate nella natura. Figata o gargianata?

A promuovere l’iniziativa è Davide Fiz, commercial sales che lavora come freelance. Il suo progetto si basa sul percorrere 20 cammini, uno per ogni regione italiana, camminando la mattina e lavorando da remoto al pomeriggio, affidandosi a stazioni di lavoro con vista e connessione che troverà lungo il suo percorso. Un salto nel buio, praticamente. Per prendere questa decisione, il signor Fiz ha affrontato diverse tappe. La prima è stata il Cammino di Santiago: lì ha capito che avrebbe potuto coniugare la sua passione, viaggiare, con il lavoro.

Così, aperta la partita IVA, per lui è iniziata una nuova vita: “All’inizio l’ho fatto obbligato dalla mia azienda”, racconta. “Avevo molto timore: sono di una generazione per cui avere un lavoro a tempo indeterminato e un contratto era l’obiettivo della vita… Ma poi ho capito che non sarei più tornato a fare il dipendente. Pur con tutti i contro e i limiti dell’essere freelance, sto vivendo una vita di una libertà assoluta, dove non conosco orari di lavoro né un ufficio fisso”. Chiaro.

Poi, un anno fa, il secondo episodio decisivo, l’illuminazione: “Un anno fa io e la mia compagna ci siamo lasciati dopo cinque anni di relazione. Quando sono tornato a Livorno da Palermo, dove mi ero trasferito, l’essere freelance è diventato un boomerang: mi sono trovato a lavorare da solo, in una casa vuota… A quel punto mi sono detto: se posso lavorare da ovunque e mi piace camminare, perché non percorrere tutta Italia a piedi portandomi dietro il computer?” E così ha fatto.

Partito da Bari lo scorso 8 marzo, il Davide si è già goduto 13 regioni. Fatturando sempre, ma godendosi l’Italia col suo turismo lento: “Mi pesa molto di più stare dieci ore seduto alla scrivania che camminare per cinque ore. Dal punto di vista esperienziale, i cammini che ho fatto fino ad ora mi hanno dato tantissimo”.

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