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abbracci

A molti di voi si sarà già accapponata la pelle, perché molto spesso sono manifestazioni d’affetto non richieste e soprattutto non gradite. Al contrario, per i fan dell’abbraccio appiccicaticcio-stritolatore e del limone laringoiatrico, abbiamo un’altra coccarda della vittoria da esporre nella bacheca dell’affettività.

La città di Varese ha infatti una proposta per l’Unesco: iscrivere la stretta di mano, l’abbraccio e i baci di saluto – i famosi 3 bacini e non 2 perché portano sfortuna – nel patrimonio immateriale dell’Umanità.

A scrivere e inviare la lettera con questa particolare richiesta – figlia primogenita dei canti dai balconi – al Comitato di valutazione italiano dell’Unesco per l’avvio della procedura sono stati il dottor Isidoro Cioffi (direttore del Dipartimento salute mentale e dipendenze dell’Asst) e Ivan Mazzoleni (direttore socio sanitario dell’azienda).

La richiesta non è out of mind. Per chi non lo sapesse, l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite non si occupa solo di tutelare i monumenti fisici, ma anche di preservare tutte le forme espressive della creatività umana come eventi, tradizioni e pratiche sociali. Guarda caso, proprio in queste ultime rientrano i calorosi modi sopraccitati che tanto ci contraddistinguono all’estero. La sezione Italia attualmente vanta il riconoscimento dell’alpinismo, della tecnica dei muri a secco e dell’arte della pizza napoletana.

Visto il momento storico che ha mandato in rosso i contatti fisici, la richiesta calza a pennello: «È noto che senza relazioni con la forza e la bellezza dell’appropriata fisicità si muore; siamo animali sociali e questo significa che esistiamo perché siamo in relazione con gli altri», spiega il Dottor Cioffi.

La pandemia ha infatti avuto complessi risvolti psicologici e no, le call non possono essere considerate dei sostituti: «Zoom, Skype, Teams, Meeting, ecc. non hanno ancora la capacità di simulare, neanche lontanamente, quelle strette di mano, quegli abbracci, più o meno intensi, e quei baci di vicinanza affettiva che tanto ci riempiono il cuore», conclude.

Allora vi mandiamo un abbraccio, per dirla alla Morandi.

Credit immagine copertina

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