Altro che ciondolare sopra un’amaca, cazzeggiare tutto il giorno, viaggiare e riposare: il vero segreto della longevità è uno solo. Fatturare. Produrre. Lavurà. A svelarlo è Piera Sala, la nonnina più senior di Milano che ha appena spento ben 110 candeline. Figa che queen.
Classe 1910, residente a Milano dal 1930. Ha qualche acciacco comprensibile vista la clamorosa età, ma niente di che. Tipo udito così così e movimenti più difficoltosi, roba che ci sono trentenni messi peggio. Breve bio di Piera: è nata a Fara Gera d’Adda, in provincia di Bergamo, il 28 giugno 1910. Quando si trasferisce a Milano (zona Niguarda), dopo qualche anno passato a lavorare come operaia decide di aprire insieme al marito Enrico Ronchi la posteria Sala Ronchi, un negozio di alimentari in piazza Belloveso (sempre a Niguarda), per poi trasferirsi in via Monterondo. Piera lavorava come salumiera, anzi, cervelera.
L’arzilla nonnina si è raccontata in un’intervista al Corriere. Bella la storia eh, ma la verità è che tutti si chiedono una sola cosa: come ci si arriva (così bene) a 110 anni? Certo i motivi sono tanti: Piera ci tiene a precisare che prima di tutto “El Signur me ciama no“. Poi chiaro, alimentazione genuina, quotidiano vino rosso, camminate sui sentieri. Il segreto però è uno, che in realtà non è poi un gran segreto per i milanesi.
“Ho amato il mio lavoro. Mi ha fatto stare bene. Mi piaceva il contatto con i clienti, mi piaceva ascoltarli. Si fidavano perché ogni frase che mi entrava non usciva più. Non spifferavo i segreti di qualcun altro. Le persone capivano che potevano aprirsi. Mi confessavano ogni cosa, nei dettagli, evidentemente ne avevano bisogno. E ne ho sentite, oh quante ne ho sentite… Io non avevo soluzioni da dare, ma forse evitare di disinteressarsi del prossimo era già un aiuto. Senza giudicare, non mi permettevo”.
E allora auguri Piera, cento di questi giorni. Sono troppi? Ma no dai, che siamo ambiziosi.
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