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Il virus cambia il mercato del lavoro: ecco i settori sui quali puntare nei prossimi anni

Il Coronavirus, lo sappiamo, sta mettendo in ginocchio la nostra economia e molti settori faranno fatica a riprendersi dalla botta. Ogni crisi porta con sé dei cambiamenti ai quali dobbiamo adattarci per sopravvivere e che, se siamo abbastanza sgamati, possiamo trasformare in opportunità. Parliamo, ad esempio, del mondo del lavoro.Secondo il World Economic Forum, nei […]

Il Coronavirus, lo sappiamo, sta mettendo in ginocchio la nostra economia e molti settori faranno fatica a riprendersi dalla botta. Ogni crisi porta con sé dei cambiamenti ai quali dobbiamo adattarci per sopravvivere e che, se siamo abbastanza sgamati, possiamo trasformare in opportunità. Parliamo, ad esempio, del mondo del lavoro.

Secondo il World Economic Forum, nei prossimi tre anni si creeranno 133 milioni di nuove opportunità lavorative a livello mondiale, mentre 75 milioni di posti di lavoro sono destinati a scomparire. Bye bye. In Italia, Unioncamere stima che nel prossimo futuro ci sarà bisogno di 2,5 milioni di occupati in più.

Raga, questo significa che dobbiamo tutti fare un upgrade. Secondo il dossier 2020 di Unioncamere-Anpal, nei prossimi sei mesi il 75% delle aziende italiane metterà in campo azioni di reskilling del personale. Dai, gnurant. Reskilling, cioè l’acquisizione di nuove abilità. Bisogna aggiornarsi, rimanere sul pezzo, star dietro al mondo che cambia.

E quindi? Su cosa dovremo puntare? Le maggiori opportunità lavorative, il 24%, si troveranno nel mondo della tecnologia. Settore già importantissimo, che si appresta a un’ulteriore crescita. Basti pensare a quanto sia stata fondamentale la tecnologia in fase di lockdown. Al 19% troviamo il mondo della trasformazione industriale, soprattutto nella robotica, nella logistica e nei trasporti. Infine, e non poteva essere altrimenti, il settore medico con il 14%.

Prendete appunti: in Italia, entro il 2023, saranno disponibili 400mila posti di lavoro nel settore della sanità e dell’assistenza sociale. Il mondo dell’istruzione ne chiederà 200mila mentre altri 90mila posti di lavoro riguarderanno l’industria dei macchinari, delle attrezzature e dei mezzi di trasporto.

Quindi, riassumendo, in questa prospettiva di grandi cambiamenti a fare la differenza saranno le capacità di adattamento e di aggiornamento di ciascuno di noi. Del resto, com’è che diceva Darwin? “Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”. Te capì?

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