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Parlate di quello che volete. Di gossip, di chi vincerà il Grande Fratello Vip, dell’identità di Mark Caltagirone. Qualsiasi cazzata vi venga in mente è ben accetta, basta che non ci/vi fracassate le palle parlando di Coronavirus. Questo è, in pratica, lo sfogo palesato in un bar di Roma, il Feeling, dove la proprietaria Cristina Mattioli ha pensato bene di esporre un cartellone per vietare ai clienti di parlare di Covid. Basta raga, dai.

La Cristina ha ragione, parliamoci chiaro. Oggi tutti virologi, tutti espertoni di virus, di vaccini, di ospedali. Tutti che hanno un’opinione da condividere. E se non sono i social, è il bar. Che a Roma sono aperti perché il Lazio, ricordiamolo, è zona gialla.

Ovvio che il Covid è tristemente nei pensieri di tutti, ma cerchiamo ogni tanto di non essere così monotematici. “Sconsigliato formulare possibili scenari, veggenze su prossimi dpcm, virologia”, si legge sul cartello. “Avevamo notato che dopo le vacanze serpeggiava il malumore tra i clienti – ha spiegato la proprietaria -. Tutti facevano colazione e prendevano il caffè da soli. E se qualcuno parlava era per rimuginare sul cattivo comportamento di chi in estate non aveva rispettato le regole, ecc. L’atmosfera si era fatta pesante. Così ci è venuta quest’idea per spingere i clienti a parlare d’altro. Dobbiamo ricominciare a vivere, ci sono anche altre cose che ci siamo persi oltre il Covid, dobbiamo riprenderci in mano la nostra vita normale”.

Ci sta dai. Troppo peso sentire parlare sempre di ‘sto maledetto virus, per non parlare della rabbia nel commentare negazionisti o pirla vari che girano senza mascherina o che la indossano in modi alternativi. Se si potesse imporre il divieto pure sui social sarebbe una gran figata.

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