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Editorial
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Come potevamo esimerci, cari Imbruttiti, dal commentare la notizia del momento.

Come dite? La famiglia reale che controlla col campionario dei colori le gradazioni di nero del nipotino, manco fosse una parete da tinteggiare?

Ok, allora forse la seconda notizia del momento:

“Un bravo del proprio capo vale più dell’aumento dello stipendio”.

No, non si tratta di una barzelletta di cattivo gusto, ma del titolo di un articolo del Corriere della Sera a commento della ricerca condotta da Absolute Digital Media sui 10 modi per aumentare la soddisfazione dei propri dipendenti.

L’idea per questo studio è nata dall’analisi della profonda trasformazione che sta vivendo il mondo del lavoro a causa della pandemia. Le distanze, la difficoltà di collegamento e un generale minore contatto umano nelle relazioni quotidiane, possono infatti avere un effetto molto negativo sulla performance, favorendo quindi una generale insoddisfazione tra i dipendenti.

“Promuovere una forte cultura aziendale è vitale per ridurre il turnover del personale e garantire una qualità di lavoro eccellente», ha commentato Ben Austin, CEO della compagnia.

Ecco a voi i dieci punti indispensabili emersi dalla ricerca per una perfetta love story lavorativa tra dipendenti e datori di lavoro.

Evidenziare i risultati professionali è il modo preferito per gratificare un dipendente (per l’83% dei lavoratori)

Ecco subito il punto incriminato. Stando ai 550 lavoratori interrogati, probabilmente tutti milionari dalla nascita, sentirsi dire bravo dal proprio capo ha un valore superiore a un aumento in busta paga.

Non c’è però da sorprendersi. È la classica risposta che tutti pensano di dover dare. Un po’ come quando a scuola dovevi giudicare con un questionario l’operato della tua insegnante: crocetta sempre su “ha eseguito il suo lavoro ogni oltre aspettativa”, e poi via a casa a infilare spilli nella bambola vodoo.

E pensare che molti di noi baratterebbero immediatamente quel bravo con un pirla se arrivasse in coppia con un bonus.

Bonus o aumento di stipendio (80%)

Palesemente la vera preferenza di tutti, ma la paura di passare per una sanguisuga assetata di denaro ha fatto optare per altre risposte, nella speranza che nessuno si accorgesse del bluff.

Tempo libero extra (75%)

Anche l’aumento di tempo off è da sempre uno dei grandi sogni di tutti i dipendenti del mondo. La paura di passare come fancazzisti professionisti ha però spinto i partecipanti a non spingersi oltre il terzo posto in quanto a priorità. 

Dire grazie (70%)

Avete letto bene. Quello che dovrebbe essere un principio basico per la convivenza civile tra gli esseri umani, si guadagna un quarto posto a sorpresa. Beh, se questo è il livello, aspettatevi di trovare nelle prossime posizioni anche "Che il capo non mi dia fuoco alla macchina". 

Un pacco dono aziendale (69%)

Tra tutte, probabilmente la più vintage tra le opzioni. Chi non si è ritrovato a domandare in un colloquio di lavoro la questione più importante di tutte: “Nel pacco di Natale mettete il Pandoro o il Panettone?”
Inutile specificare quale sia la risposta giusta. 

Attività di squadra (68%) 

Secondo il 68% degli intervistati, organizzare videochiamate di gruppo e attività ricreative tra colleghi sarebbe una buona idea.

Non temete però, i responsabili sono stati tutti segnalati alle autorità competenti e i loro profili Google Teams bloccati a tempo indeterminato.

Non ho mai bevuto un cocktail con un mio collega di persona, non vedo perché interrompere questa buona tradizione per colpa della tecnologia.

Equilibrio vita/lavoro (64%) 

A quanto pare nel mondo c’è ancora chi crede alla favola dell’equilibrio vita/lavoro. Una leggenda tramandata nei secoli di cui nessuno ha però mai potuto verificare la veridicità. Un po’ tipo Babbo Natale, con la differenza che il tuo capo non si traveste una volta all’anno per farti credere che esista.

Celebrare avvenimenti personali (64%)

Sempre secondo una vasta maggioranza degli intervistati, sarebbe importante che il capo riesca a valorizzare i compleanni e, cito, “I grandi eventi della vita” dei propri dipendenti. Giustissimo. Già immagino il mio capo avvicinarsi al mio desk il 15 maggio di ogni anno per pronunciare queste parole: “Congratulazioni, e non pensare che mi sia dimenticato. Oggi 20 anni fa ti si evolveva Charizard in Pokemon Giallo per la prima volta!”. Tu chiamale se vuoi e…voluzioni.

Uscita anticipata (57%)

Andare a casa anche solo un’ora prima di venerdì sarebbe ritenuto da più della metà degli intervistati come un bel modo per mostrare apprezzamento nei confronti dei dipendenti. Come dargli torto. Non so a quanti concerti o partite allo stadio ho rischiato di arrivare in ritardo per colpa del lavoro, tutte cose che potrei finalmente far… ah no.

Opportunità di apprendimento pagate dall’azienda (48%)

Non paghi di aver messo al primo posto la più grossa panzana della storia aziendale di questo paese, questa è l’opzione scelta da tutti quelli che volevano esagerare col lecchinismo. Un po’ come il secchione della classe che chiedeva alla maestra di fermarsi al pomeriggio solo per mostrare che sapeva già tutto. La richiesta dei corsi di apprendimento pare sia tra le principali cause di mobbing sul posto di lavoro.

Buona settimana cari Imbruttiti. Fate i bravi

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