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Editorial
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Più gente in giro, negozi pieni, traffico in strada, clacson e madonne che vengono giù. Finalmente Milano sta tornando a essere Milano, ve ne siete accorti? La città sta ripartendo. E non lo dico solo io, ma pure i muri. L’altro giorno, mentre uscivo da un evento della Design Week, mi sono imbattuto in una serie di affissioni piene di messaggi positivi che invitano a fare e seguire il proprio istinto. Frasi come: ‘Inizia a studiare una nuova lingua’, ‘Esci dalla tua comfort zone’, ‘Fidati del tuo istinto. Apri quella Startup: #NextIsToday’, mi hanno colpito perché sono un po’ le voci che mi ronzano in testa dal 2020, e che ora vorrei ascoltare per davvero. Volevo fare un corso di teatro? Lo faccio. Volevo aprire un podcast dal titolo ‘100 e più modi per cucinare la pasta al pesto’? Ok, faccio anche quello. Mi butto su TikTok. Questa idea del podcast è forte, adesso creo anche io il mio poster #NextIsToday sul sito di HYPE e lo ricondivido su Instagram. E per non fare completamente il boomer, magari mi apro un conto con loro, così controllo le donazioni dei miei follower e gestisco e controllo le mie finanze in modo easy e smart – tutto dall’app HYPE.  

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Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo al 2020, alla Fase 1 della pandemia. Quando a marzo iniziarono a chiudere tutto, la città cadde in uno stato di morte apparente, tipo la serie The Society, dove per incontrare qualcuno eri costretto ad andare al supermercato. Lo ammetto, certe volte ho fatto la coda anche solo per comprare i biscotti, ma – oh! – non avevo il cane e nemmeno l’alibi della corsetta. Tempo due mesi e già conoscevo a memoria la planimetria del Carrefour all’angolo - dove tra l’altro puoi pure versare cash sul conto HYPE - e a occhi chiusi tutte le etichette di vino rosso, bianco, rosé e compagnia briscola. Chi, come me, è rimasto in città tutto il tempo, per riprendersi avrà sicuramente bisogno di 2 anni (facciamo 3!) di sedute dallo psicologo, o almeno 1 anno di alcol e smoke free, scegliete voi. Per non parlare dello smart working: tutta la giornata intorno a un unico tavolo, che è lo stesso dove faccio colazione/pranzo/cena. Sembrava il giorno della marmotta: ogni mattina uguale a quella precedente e ogni sera uguale a quella prima ancora. Dalle 9 alle 20, conference call FIUME coi colleghi, che con la scusa del “Hai 5 minuti?” creavano un palinsesto su Zoom, Google Meet, Skype e WhatsApp che nemmeno Sanremo condotto da Amadeus. Dio ti ringrazio per l’invenzione del tasto mute. Però il Covid-19 ci ha aiutato a fare luce su noi stessi. Prendete me: in quei weekend infiniti a guardare il soffitto e a gridare contro chi metteva “Non Mollare Mai” di Gigi D’Alessio a tutto volume dal balcone, ho capito una cosa. Mi sono detto: la vita è altro. Fanculo il lockdown. Basta serie tv. Avrei sfruttato quelle ore chiuso in casa come una miniera d’oro per leggere, studiare e portare avanti quelle passioni cui non ho mai dedicato tempo, perché troppo occupato da altre distrazioni. Tipo Silvio Pellico o Fabrizio Corona: sfruttare la prigionia come opportunità per migliorarmi. E magari tirare fuori quel progettino che mi avrebbe svoltato il conto in banca, taac! Settembre 2021. Ovviamente non è successo nulla di tutto ciò. I buoni propositi sono andati a ramengo nel corso della Fase 2, Fase 3 e… sì, quelle vie di mezzo. Ma in compenso qualcosa è cambiato: Milano. Complice il Green Pass e le riaperture, una nuova ventata di fiducia e ottimismo ha investito la città, e questi poster sparsi qua e là ne sono l’esempio. Oh, ma avete notato quanta gente c’era in giro per il Fuorisalone? 

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Sono tornate le sere al cinema, i live show da seduti, le cene, gli ape dei Giargiana sui navigli. Ecco, quelli non ci mancavano affatto. E poi la macchina del business: ora che ho aperto la partita IVA, ad esempio, ricevo un botto di lavoro che non credevo. Le aziende – piccole o grandi che siano – vogliono investire, rimettersi in gioco, riprendere in mano quei PowerPoint lasciati in sospeso causa lockdown. Tornare a rischiare. Perché la chiave è il cambiamento. Evolvere è difficile per tutti, sia chiaro. Ma in un biennio in cui è stato il Covid a modificare i nostri piani, viene voglia di essere noi i veri protagonisti del nostro cambiamento, adesso. Dunque viva i messaggi positivi, tappezziamoci tutta la città, che qui abbiamo bisogno di ripopolarla di persone e di good vibe: Creiamo un nuovo Miracolo a Milano. Vabbè, questa mi è uscita in stile Beppe Sala per farsi rieleggere, ma ci siamo capiti. 

La strada è ancora lunga, ragazzi, e per la maggior parte in salita. Occorre entusiasmo, pazienza - perché i risultati non arrivano subito - e uno strumento per non perdere di vista entrate, uscite e piani di risparmio. Come con l'app di HYPE, in cui puoi controllare tutto in qualsiasi momento (se apri un conto ora, i primi 6 mesi sono gratis!). 

Abbiate fiducia in voi stessi come prima cosa. Ce la possiamo fare!

Articolo scritto in collaborazione con Hype

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