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Ma, esattamente… quanto guadagnano Papa e cardinali?

Ci siamo fatti un giro di ricognizione tra gli stipendi degli ecclesiastici e abbiamo scoperto che non si guadagna affatto male, altro che...

Visto che Milano non parteciperà al Conclave (l’arcivescovo Mario Delpini guida la diocesi più grande d’Italia, ma non è cardinale — ce lo ricorda Giampiero Rossi dalle pagine del Corsera), abbiamo pensato di dedicarci all’imminente elezione del nuovo Papa (oh, oggi inizia il Conclave!) con qualche notizia di colore. Il colore dei soldi, per essere precisi.

Dicevamo: soldi, cash, money…

Perché non penserete mica che Papa e cardinali si facciano il mazzo che si fanno gratis, vero? Anche loro prendono una paghetta.

A onor del vero, Papa Francesco — fedele al suo nome, il santo dei poveri per eccellenza — non ha mai percepito il compenso simbolico (comunque 2.500 euro al mese, mica poco) a cui avrebbe avuto diritto. E non è tutto: il Papa appena defunto — che già qualcuno propone come Santo — ha rinunciato all’appartamento nel Palazzo Apostolico per vivere nella più modesta Casa di Santa Marta. Coerenza first.

Dopo il Covid, il Papa ha pure deciso di tagliare del 10% lo stipendio dei membri della Curia Romana, che fino al 2021 percepivano tra i 4.000 e i 5.500 euro al mese. Oggi, lo stipendio medio di un cardinale si aggira intorno ai 5.000 euro mensili, molti dei quali vengono destinati alle loro diocesi. D’altronde, tra alloggi ecclesiastici e benefit vari, è coerente che qualcosa torni indietro sotto forma di… opere di bene. (Si chiamano ancora così, giusto?)

Salto in basso per i vescovi, che si fermano a circa 3.000 euro al mese, e ulteriore scalino giù per i sacerdoti, che secondo l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero possono percepire da un minimo di 1.028,80 a un massimo di 1.941,86 euro lordi mensili per 12 mensilità.

A fare la differenza è il ruolo: se un prete ha l’incarico di parroco, lo stipendio si calcola con un sistema a punti e si attesta intorno ai 1.200 euro al mese. Un sacerdote appena ordinato, invece, parte da circa 1.000 euro lordi, che al netto diventano poco più di 800 euro. Ecco, forse la crisi delle vocazioni è più economica che mistica, mentre chi resta probabilmente è davvero convinto (e motivato).

Ma i veri campioni di dedizione sono frati e suore, che non percepiscono stipendio — a meno che non abbiano incarichi professionali in scuole, strutture sanitarie o amministrazioni religiose. Hanno fatto voto di povertà, la differenza è chiara… ma ammettiamolo: ci vuole una gran voglia, e non si giudica chi cambia idea.

Una cosa è certa: la spending review voluta da Francesco è piaciuta ai fedeli, che hanno apprezzato la coerenza del Papa nel vivere ciò che predica. E a chi dovrà eleggere il suo successore, questo dovrebbe suonare come un alert bello forte.

Autrice: Daniela Faggion

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