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Secondo gli esperti, per spaccare ai colloqui di lavoro basta rispondere bene a sette domande

Il vademecum Imbruttito per non farsi fregare

Inziamo dicendo che solo a leggere certi annunci di lavoro, la presa male è inevitabile. Un megamix di skills richieste, terminoni in english e competenze che nemmeno Bezos sa di possedere. Di conseguenza, inviare il cv e sostenere un colloquio, rispondendo in maniera corretta alle domande delle risorse umane, si trasforma in un’operazione ancora più ansiogena del fare i conti a mente senza le dita.

Secondo gli esperti, per fare colpo, basta rispondere decentemente a queste sette domande, versione 2.0 delle fatiche del buon Ercole.

1 Parlami di te

Più che un rompighiaccio, è la classica domanda sfrantuma maroni. Tutti la fanno, ma a pochi, amici e genitori compresi, interessa la risposta. Se siete pronti a raccontare delle avventure dell’amato cagnolino e del percorso di studi da Adamo&Eva a oggi, evitate. Via lo sguardo da pesce lesso e i discorsi farciti di “ehm, tipo, quindi…”.

Per non rischiare sorrisini accondiscendenti e la manina che indica la porta d’uscita, secondo Randstad, basta focalizzarsi su studi, esperienze professionali, obiettivi e perché si sono fatte queste scelte.

2 Il rapporto con la famiglia

A nessuno interessa se Zia Maria a Natale fa sempre il polpettone. Carino come aneddoto, per carità, ma meglio tenerlo per sé. Poi, certo, avere un buon rapporto con il proprio nucleo familiare indicherebbe, secondo alcuni manager statunitensi intervistati da Linkedin, la propensione e la capacità a lavorare positivamente in team.

Anche se siete la mela marcia o la pecora nera della fam. Rossi, il polpettone è buonissimo. Sempre.

3 L’opinione più sbagliata che si sono fatti sulla tua persona

Se vi hanno detto che siete degli stronzi narcisisti di prim’ordine, ai recruiter questo non piacerà molto. Con ciò, non vuol dire che dobbiate essere enigmatici come la Monnalisa o sfacciati come Bella Thorne.

Il concetto è, come sottolinea l’HR di SEEK’s (employement marketplace numero uno in Australia), capire se siete dotati di autoconsapevolezza e in grado di comprendere come il mondo esterno vi percepisce. Se siete delle brutte persone, ricordatevelo, basta salutare sempre.

4 Descrivi un progetto recente di successo/fallimentare

Sky is the limit. Raccontate le vostre recenti peripezie senza troppi voli pindarici. Lo scopo è far capire che avete voglia di rimboccarvi le maniche, non che puntate a far le scarpe a Mattarella, Biden, Macron e pure a Steinmeier.

5 Racconta un fallimento

Onestà. Qui entra in gioco la cara vecchia onestà! Ben poche persone infatti sono disposte ad ammettere i propri errori. Se avete pisciato fuori dal vaso, il consiglio di Tejal Wagadia (MST Solution) è di raccontare cosa si è imparato in quel determinato frangente. Se poi non si è imparato un fico secco, Houston, abbiamo un problema.

6 Parla di un progetto di cui sei particolarmente orgoglioso

Non rimanete lì come degli stoccafissi, e siate più precisi possibile. Dal racconto di qualcosa che vi è piaciuto fare, come lo avete fatto e in che modo, un recruiter riesce a estrapolare le vostre capacità. In questo caso, se siete degli abili pokerface…

7 Perché non dovremmo assumerti?

E qui casca l’asino. La risposta preparata a tavolino non vi servirà, fatevene una ragione. Questa è la domanda che, a detta degli esperti, determinerà o meno la vostra futura assunzione. Trenta sudati minuti di colloquio per arrivare a questo momento. La riposta giusta? Quella più onesta e trasparente possibile, dicono in giro.

Se fallite ricordatevi sempre che delle famose braccia rubate all’agricoltura, citate costantemente, c’è sempre un gran bisogno.

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