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Popillia japonica, il coleottero giapponese che ha invaso Milano e provincia distruggendo foglie e frutti

Il coleottero giapponese, nome scientifico Popillia japonica, sta infestando numerose zone verdi della Lombardia, distruggendo alberi e piante.

A Milano c’è un nemico invisibile che sta causando non pochi problemi e no, per una volta non parliamo del Covid. Il nome è più intrigante, Popillia japonica, che poi sarebbe il coleottero giapponese. Niente di tenero, anzi. Si tratta di un parassita che si nutre delle foglie e delle parti verdi di piante e alberi, lasciandole bucherellate, e infine porta la pianta alla morte. So sad.

Il coleottero nipponico non guarda in faccia nessuno e non gliene frega nulla se le piante sono in periferia o in una zona fighetta. L’antipatico parassita, infatti, è stato individuato anche nella Biblioteca degli Alberi e sui balconi fioriti del Bosco Verticale. Uno scarabeo buongustaio e decisamente fastidioso, tanto che l’Unione europea lo ha classificato tra i primi 20 organismi nocivi prioritari. Fa talmente tanti danni che è considerato un organismo nocivo da quarantena, pensa te. 

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Se non avete notato l’odioso coleottero tranqui, è piccino. Momento Piero Angela: gli esemplari adulti di Popillia japonica hanno una lunghezza media di circa 10 millimetri e sono di color verde metallico con riflessi bronzei. Presentano 12 ciuffi di peli bianchi intorno al dorso che permettono di distinguerli dal maggiolino degli orti. “La situazione è purtroppo nota – ha dichiarato l’assessorato al Verde del Comune Pierfrancesco Maran -, ma per ora non c’è soluzione: la direttiva che disciplina la lotta al coleottero sul territorio nazionale ha vietato l’uso degli insetticidi nei contesti urbani. Le trappole che non prevedono prodotti chimici sono misure di contenimento, non risolutive”.

Il coleottero è stato notato la prima volta nel 2014 al parco del Ticino, probabilmente importato da Malpensa. Da allora Regione Lombardia ha messo in atto un piano di controllo della specie. Lo scarabeo è attualmente presente nelle province di Como, Lecco, Lodi, Milano, Monza e Brianza, Pavia e Varese, segno che se la viaggia alla grandissima. Intanto il Servizio fitosanitario regionale ha messo in atto due tipologie di trappole, una con funzione attract and kill e l’altra per la cattura di massa.

Nonostante ciò “È un insetto con il quale dovremo imparare a convivere – ha detto Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura e Sistemi verdi della Regione – La Regione ha finanziato progetti di ricerca con diverse università e contiamo che a breve vengano individuate strategie di controllo ancora più efficaci e a basso impatto ambientale”. Uè, Popillia… va che ti stiamo col fiato sul collo.

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