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Tenetevi forte: Gianluca Vacchi lancia la sua catena di kebab a Milano

Il celebre imprenditore ha deciso di ampliare il suo impero aggiungendo Kebhouze, il suo nuovo food brand di kebab che aprirà tre locali a Milano.

Gianluca Vacchi aprirà una catena di kebab, anche a Milano. Booom! Non cominciate con “Chissene”, “Ecco la vastità che me ne frega”, “Stanotte dormirò meglio”. Chissà perché poi, appena apre il locale, vi piazzate tutti gasati in coda davanti alla porta. Sempre così. Comunque, tela chi la news: il celebre imprenditore, personaggione su Instagram con milionate di follower, ha deciso di ampliare il suo impero aggiungendo Kebhouze, il suo nuovo food brand di kebab che vedrà il lancio a fine anno. 

Inutile dire che la notiziona è stata lanciata sui social con balletti e gag di ogni genere. Ci sta, conosciamo il tipo. Vacchi si è esibito in ironici sketch in compagnia di Keb, mascotte della catena, un personaggio in costume alto oltre 2 metri con una grande testa a forma di kebab su cui si poggia una corona d’oro.

Kebhouze partirà con cinque aperture in contemporanea, di cui 3 a Milano, in zone top della città come Corso Buenos Aires, Via Paolo Sarpi e Porta Genova, e altre due a Roma. Ma questo è solo l’inizio: altre 20 aperture sono già programmate in tutta Italia e all’estero per il 2022. Del resto sappiamo che a Mr. Enjoy piace fare le cose in grande. “Quando mi hanno descritto il progetto, ho colto immediatamente l’enorme potenziale del format: nel 2021 è molto difficile avere un’idea così innovativa in un settore maturo come quello del food”, ha spiegato Vacchi.

Da Kebhouze si potrà trovare un kebab in due versioni, di pollo 100% italiano o di black angus, quest’ultima novità nel mercato del kebab, lanciata proprio dalla catena di Vacchi. Il menù offrirà anche burger di kebab, caesar salad e fritti a pioggia, come i nuggets, i chicken popcorn, gli onion rings e le patatine fritte. Anche Vacchi si fa portatore sano di Green&Grano visto che il packaging sarà ecologico. Garantita inoltre la valorizzazione delle aziende italiane, da cui viene fornita tutta la carne, e dei produttori locali (tipo per la produzione di due diverse birre artigianali). Top.

“C’è un problema di diffidenza verso il kebab – ha spiegato Vacchi – lo avevo anche io. Dopo aver assaggiato il kebab per la prima volta in vita mia alle nostre prove food, mi sono reso conto che in realtà non c’è un piatto più semplice di questo: piadina, carne e qualche condimento a scelta. Ovviamente ho richiesto che ogni ingrediente e materia prima utilizzata siano di massima qualità”. Imbruttiti, farete gli snob o vi vedremo da Kebhouze?

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