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Editorial
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Stress per le troppe ore di lavoro? Frustrazione perché non sapete cosa fare della vostra vita? Rabbia per la fidanzata che vi ha mollato? A tutto questo c’è un rimedio: chiudersi in una stanza e spaccare l'impossibile. È l’esperienza che abbiamo voluto provare, muniti di mazza e piedi di porco, per 15 minuti di vera libidine animale.

Partiamo dalle basi: le cosiddette Stanze della Rabbia sono nate in Giappone come attività post-lavoro per scaricare rabbia e stress, e poi si sono diffuse in tutto il mondo. È un format che in Italia prende piede per la prima volta proprio qui a Milano, dopo un kick-off di qualche anno a Legnano: si chiamano Anger Games e si trovano in zona Niguarda, aperti dal giovedì al venerdì dalle 18 a mezzanotte e il weekend dalle 11 alle 21 (qui per maggiori info).

Un bel venerdì in cui eravamo belli pieni e con i cojones che giravano a elica, abbiamo prenotato una delle loro stanze: si possono scegliere vari pacchetti tra standard, premium e deluxe, e si possono aggiungere delle opzioni extra, come portare i propri oggetti da casa (tipo quel comodino dell’IKEA tanto amato dalla vostra ex) oppure fare l’upgrade delle armi come un bel ferro da golf per emulare il film Funny Games, o ancora aggiungendo mobili e oggetti elettronici di vario tipo. Noi abbiamo scelto l’opzione standard da €50 per due persone, con 20 oggetti da mandare in pezzi, piedi di porco e mazza da baseball. Certo, inizialmente volevamo portare computer e cellulare aziendale per spaccarli e poi dichiararli persi, il giorno dopo, per non lavorare, ma non bisogna mai sottovalutare l’accanimento investigativo del proprio ufficio IT. 

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Appena arrivati nella location di Anger Games, i ragazzi ci hanno spiegato brevemente come funziona il tutto: una volta che parte la musica – ovviamente tostissima per far schizzare l’adrenalina a mille – si hanno a disposizione 15 minuti per spaccare più cose possibili, tra cui bottiglie, vasi, lampade, piatti e altri oggetti a sorpresa. Il tutto sotto l’occhio vigile delle telecamere, che riprendono ogni cosa per garantire la nostra sicurezza ma soprattutto per poi portarsi a casa un video-ricordo dell’esperienza. Innanzitutto si indossano le protezioni: ginocchiere, bustini, imbottiture per braccia e spalle, guanti e un bel casco con visiera per essere al 100% safe. Il look ricorda un po’ i drughi di Arancia Meccanica e allo stesso tempo una banda di motociclisti teppisti di Rozzano. Poi si viene introdotti nella Room assegnata e si inizia a prendere confidenza con l’ambiente. All’inizio fa un po’ strano pensare di poter rompere tutto, ma non appena parte la musica a tutto volume, e si rompe la prima bottiglia gettandola in aria e colpendola al volo, è tutto un crescendo di parolacce, urla e libero sfogo dei propri istinti primordiali più violenti. È un po’ come rivivere gli antichi fasti del mitico Bolgia di Dalmine, dove negli anni duemila imperversava la Demolition Night (ricordate quando distruggevano le Porsche in discoteca?). Ogni oggetto che fracassate non è solo un oggetto: è la proiezione di tutto ciò che vi manda più in bestia, e che qui potete annientare, come quella email del vostro capo alle 3 di notte, la risatina della collega che vi ha soffiato la promozione o il weekend in compagnia della suocera fissato dalla vostra tipa. Io personalmente non ho pensato a qualcosa di specifico, ma l’ho vissuta come la seduta dallo psicologo che non ho mai avuto.

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Distruggere le cose è comunque un bello sbattimento. Dopo 10 minuti ci siamo dovuti prendere una pausa perché le energie iniziavano a mancare e il caldo a farsi sentire. Si può interrompere o mettere in standby l’esperienza quando si vuole, infatti, anche solo per far rifornimento di acqua e snack prima di terminare il duro lavoro. Durante la pausa, noi ci siamo concessi due chiacchiere con Simone, che gestisce l’accoglienza da Anger Games, il quale ci ha raccontato che la maggior parte dei clienti è donna, che organizzano anche addi al nubilato, che arrivano anche famiglie intere con nonni al seguito, e che la richiesta più strana che hanno ricevuto è quella di un tipo che voleva fracassare la sua moto (ovviamente non accettata perché troppo pericolosa!). Di gente strana nella city ce n’è, insomma!

Una volta polverizzati anche gli ultimi piatti di ceramica, siamo usciti dalla stanza per levarci le protezioni, restituire l’armamentario e riprendere contatto con la realtà. L’adrenalina ci ha messo un po’ a scendere, come quando Batman ritorna a essere Bruce Wayne, ma è una bella sensazione, come due ore di palestra condensate in pochi minuti ma con nessun risultato a livello atletico. Ci siamo sentiti le braccia un po’ indolenzite ma soprattutto ci ha invaso un desiderio immediato di birra. Prima di salutarci, Simone ci ha fornito una chiavetta usb per riguardare la nostra devastante performance: ecco, diciamo che è qualcosa da non mostrare MAI ai propri genitori, se ancora si vuol passare come persone ordinarie, tranquille e per niente pericolose.

Giudizio finale su Anger Games: assolutamente da provare. Il prezzo non è basso, ma è comunque alla portata di tutti. È catartico, scarica lo stress e noi milanesi ne abbiamo bisogno! L’ambientazione della stanza probabilmente può migliorare: sarebbe figo immaginarsi una stanza vera e propria, con tanto di vetrinette, mensole e tavoli da spaccare, giusto per dare quel tocco realistico in più che attualmente manca. Ma nonostante questo, l’esperienza è molto soddisfacente e porta a termine il suo scopo: spegnere la mente e far trascorrere 15 minuti di sana follia distruttiva.

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