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Food&drink
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Non fai in tempo ad andare e tornare dalle vacanze, che nella City sono spuntati come funghi un botto di nuovi locali. Figa, per forza che poi andiamo in sbattimento, troppa scelta, troppe proposte e always grande crisi. Cerchiamo allora di fare un po' di ordine e raccontare - brevissimamente - 9 nuovi locali di Milano che secondo noi meritano una tappa. Oh, poi nel caso fateci sapere.

Tripstillery, Piazza Alvar Aalto

In quel di Porta Nuova, sotto i grattacieli di Gae Aulenti, è approdato questo chicchissimo cocktail bar con distilleria pennellato per l'anima business e modaiola della zona. Duecentocinquanta metri quadrati con angolo della distillazione in bella vista, tanto per mettere in chiaro che non si scherza niente. Si può sbevazzare al volo seduti sugli sgabelli, molto american style, oppure accomodarsi sui divanetti fronte vetrata per un pranzo con vista sulla Torre Diamante. Ma pure una colazione all'aperto, visto che non mancano nemmeno i tavolini outdoor. Se poi volete far serata siete nel posto giusto: il venerdì e il sabato si tira fino alle due di notte. Bomba.

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Spore, Via Passo Buole 4

A due passi da Piazzale Lodi è spuntato un new restaurant che punta tutto sulla sostenibilità e sulla freschezza degli ingredienti. Per questo motivo il cibo viene servito come menù fisso al centro del tavolo, ma ogni giorno saranno comunque a disposizione diversi fuori menù da poter aggiungere alla cena (qui si cena e basta eh). Tipo, con il Menù sample da 40 euro è possibile provare la "Pannocchia alla brace, miso di fagioli di controne, rafano e spezie", ma anche "Tagliolini freddi, pomodoro fermentato, cozze marinate, aglio orsino, aneto" e un bel "Capocollo di maiale frollato nel koji, spinacio d’acqua, peperone fermentato". Hai letto fermentato? Eh sì, perché il locale gira attorno agli alimenti fermentati, come miso, kombucha, aceto, shoyu e tanto altro, prodotti nel laboratorio di fermentazione dopo un'attenta selezione delle materie prime in base alla loro sosteniblità e provenienza. Tutto super interessante.

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Ciopa Milano, Via Genova Thaon di Revel

Da un ristorante a un forno di quartiere è un attimo. Lo ha aperto in zona Isola Sandra Tasca from Marostica (Vicenza), milanese di adozione già ideatrice di Tàscaro, bacaro in stile veneziano. Con lei anche il panificatore Stefano Folco. In veneto ciopa vuol dire pagnotta, ed è poi il pane di forma tonda o a croce tipico del Veneto. Oh, successone. Dopo due mesi dall'apertura è facilissimo trovare fuori una bella fila nutrita di persone in attesa del loro pane appena sfornato. Non solo pane eh, ci mancherebbe: anche Ciope e Ciopette, cioè biscotti dolci o salati, e pizze alla pala farcite, realizzate con farine antiche da tutta Italia, lieviti madre e lieviti secchi. Tra gli specials, il Mazì: un pane che prende il nome dalla stessa farina ottenuta da 2000 specie di grani antichi, provenienti da tutto il mondo, ma pure i biscotti Pan de Stele, al cacao con zucchero a velo. Vabbè dai, mettiamoci in fila che l'è mei.

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Osteria Democratica, Via Ettore Troilo 14

Ci spostiamo in zona Navigli dove qualche mese fa ha aperto questo locale nato dal recupero di uno spazio in disuso di proprietà del Comune di Milano. Il menu è corto, immediato, e valorizza piccole realtà del territorio, come gli agricoltori del Parco Agricolo Sud Milano e del Mercato della terra. Prezzi più che onesti per piatti semplici ma gustosi: non ci sono primi e secondi, ma proposte uniche come pane e salame, ma anche anguilla marinata, culatello di zibello e tartare di manzo, giusto per citarne alcuni. Interessante anche la carta dei vini, molti dei quali naturali e di piccoli produttori. Spazioso e carinissimo il dehors, da sfruttare.

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Da Filippo Osteria, Via Solferino 46

Da un'osteria a un'altra, dai Navigli a Brera. Nel centro della movida fighetta della City ha aperto un locale top per gli appassionati di cucina italiana che mixa tradizione e innovazione. Non manca l'attenzione ai piatti meneghini, con la costoletta e il risotto alla milanese. La selezione di materie prime di qualità e di fornitori locali sono gli ingredienti principali del menu, come ci tengono a specificare. La selezione di vini, che per scelta non prevede l’utilizzo dei nomi più noti, parte dal convincimento che il nostro paese offra la splendida possibilità di scoprire sempre nuove eccellenze. Gli spazi meritano: c'è una sala interna raffinata e luminosa e, anche qui, un delizioso dehors.

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Horto, Via S. Protaso 5

Oh, poi se cercate un posto super fighetto e nuovo di pacca buttatevi su Horto, dello chef tre stelle Michelin Norbert Niederkofler, con terrazza sul palazzo ristrutturato di The Medelan in piazza Cordusio. Il locale fa parte del complesso The Medelan e gode di una spettacolare terrazza vista Duomo. Il progetto è green e a chilometro (quasi) zero: si propongono solo materie prime stagionali e si cerca il più possibile di collaborare con cascine, caseifici, agricoltori e produttori a non più di un’ora dal centro della City, ma anche pesce di lago e acqua non imbottigliata. Pure il locale è stato pensato con attenzione, e infatti gli arredi sono realizzati con materiali naturali e di recupero. Va da sé che se prevedete una serata romantica, qui siete a cavallo.

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Buco del Monello, Via Pietro Crespi 13

Aperitivo? Questo è il place to be! Situato a No.Lo, propone cicchetti (piccola quantità di cibo accompagnata da un buon vino), vini e spritz. Anche perché l'anima è veneta, quindi una garanzia. Qui si trovano anche piatti della tradizione e prodotti locali come il tagliere gourmet, composto da salumi veronesi, caciotta al tartufo e formaggio delle Alpi Cimbre. Sbav.

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Il Marchese, Via dei Bossi 3

Dietro al Teatro alla scala ha aperto da pochissimo la sede meneghina de Il Marchese di via Ripetta a Roma, nato per omaggiare il personaggio interpretato da Alberto Sordi, presente? "Perchè io so io e voi non siete un cazzo", iconico. A Milano proprio come nella Capitale, la filosofia culinaria è basata sulla tradizione romana, interpretata in chiave contemporanea da Daniele Roppo. Lo spazio meneghino ha in più anche una zona per i live musicali, una saletta privata dove si potranno avere uno chef e un barman a disposizione, e un'altra sala affacciata sulla strada che sarà possibile riservare per eventi. Top!

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Waby, Via Carlo de Cristoforis 2

Chiudiamo con un bel ristorantino giappo near Piazza Gae Aulenti. Anzi, pardòn, "cucina asiatica internazionale" che altrimenti si pensa che ci sia solo sushi. Curiosità: non si conosce il nome dello chef o di chi dirige la cucina. Una scelta voluta, per evitare che il locale passi in secondo piano rispetto all'identità di chi si occupa di preparare i piatti. Basta dare un'occhiata alle immagini per capire subito, però, che per quanto nascosta la personalità dello chef si sente eccome. Piatti eleganti, ordinati e talmente belli che è impossibile che non siano anche buonissimi. Anche perché l'attenzione alle materie prime, freschissime, è maniacale. Oh, aperto 7 su 7 eh, quindi dai.

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