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Basta smart working, Disney chiede ai dipendenti di tornare in ufficio 4 giorni a settimana

Anche la multinazionale ha deciso di mettere fine, almeno in parte, al lavoro da casa. Lo avevano già fatto, tra le altre big, Apple e Tesla, non senza polemiche.

Bello lo smart working eh, per carità, utilissimo. Però anche meno. Deve aver scritto più o meno così il boss di Walt Disney Co, Bob Iger, nella mail inviata ai ai dipendenti, riportata dalla CNBC. Il capo della multinazionale ha chiesto ai suoi di tornare in office quattro giorni alla settimana a partire dal 1° marzo, abbandonando così in parte il lavoro da casa. Anche Walt Disney, così come altre big tipo Snap, Tesla e Uber, ha deciso evidentemente che il peggio è passato e che adesso si può tornare a fatturare guardandosi negli occhi.

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Bob Iger

Nella mail Iger l’ha presa alla lontana. “Per il settimo anno consecutivo, Walt Disney Studios è stato lo studio numero uno al botteghino e la scorsa settimana Avatar: The Way of Water è diventato il settimo film di maggior incasso di tutti i tempi e il suo successo continua a crescere”, ha gongolato il CEO. “Volevo anche farti sapere che, avendo incontrato i team di tutta l’azienda negli ultimi mesi, mi è stato ricordato l’enorme valore di stare insieme alle persone con cui lavori. Come mi hai sentito dire molte volte, la creatività è il cuore e l’anima di ciò che siamo e di ciò che facciamo alla Disney. E in un’azienda creativa come la nostra, nulla può sostituire la capacità di connettersi, osservare e creare con i colleghi che deriva dallo stare fisicamente insieme, né l’opportunità di crescere professionalmente imparando da leader e mentori. Sono convinto che lavorare insieme più di persona andrà a vantaggio della creatività, della cultura e della carriera dei nostri dipendenti dell’azienda”, ha spiegato, preparando così il terreno alla sua decisione. “A partire dal 1° marzo, ai dipendenti che attualmente lavorano in modalità ibrida verrà chiesto di trascorrere quattro giorni alla settimana in loco, scegliendo dal lunedì al giovedì come giorni lavorativi in presenza. Certamente, questo è un momento di enorme cambiamento – per la nostra azienda, per il nostro settore e per l’economia globale – ma nonostante le sfide, in fondo rimango ottimista”.

Lo aveva fatto anche Apple, quando lo scorso agosto aveva chiesto ai lavoratori di tornare in ufficio per 3 giorni a settimana. Una richiesta che aveva generato anche alcune polemiche da parte dei dipendenti che di tornare alla scrivania non avevano un cazzo voglia, presi bene dallo smart working e – probabilmente – da un ritrovato equilibrio tra job e vita privata. Lo ha fatto anche Tesla, nella figura di Elon Musk, che non l’aveva nemmeno toccata pianissimo. “Chi vuole lavorare da remoto deve essere in ufficio almeno 40 ore alla settimana o lasciare Tesla. È meno di quanto chiediamo ai dipendenti degli stabilimenti”. Fine dello smart working anche per i dipendenti di Twitter, non appena Musk è diventato il boss. “Tutti i dipendenti dovranno trascorrere almeno 40 ore settimanali in ufficio”. Giusto sfanculare lo smart working dopo che per mesi, se non anni, i dipendenti si sono abituati a una nuova armonia di vita? A voi l’ardua sentenza.

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