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Lifestyle
trenorogoredo

Partire in treno da Rogoredo una sera dopo l'office e svegliarsi la mattina a Vienna? 

Credetemi, l'ho fatto e non è neppure troppo sbatti. 

Di un fantomatico treno notturno che passa da Milano diretto verso la capitale austriaca ne avevo sentito parlare, ma a dire il vero sembrava quasi una leggenda metropolitana.

Ho fatto un bel po' di sondaggi tra i miei contatti e non ho trovato nessuno che lo avesse già preso. Le reazioni alla mia idea di viaggio erano un po' contrastanti. Da un lato molti entusiasti, tutti quelli che avevano rimediato limoni in giro per l'Europa durante l'interrail post maturità. Dall'altro i kaiser della pantofola, imborghesiti a tal punto da storcere il naso non appena udita la combo treno più Rogoredo. 

Fottesega, ho convinto la mia dolce metà a seguirmi in questa impresa utilizzando come argomenti di persuasione il concerto di Capodanno dei Wiener Philarmoniker e il binge watching della serie dedicata alla Principessa Sissi. 

Ecco, vi spoilero che la realtà, treno notturno incluso, è un po' diversa dalla rappresentazione dei gran visir alla corte degli Asburgo. 

First step la prenotazione. Quattro opzioni tra cui scegliere: posti a sedere casuali, scompartimento privato, cuccette oppure vagone letto. In ordine crescente di prezzo.

Ecco, dormire in un letto con colazione inclusa costava parecchio, anche no. Pure la soluzione low cost che prevede di passare la notte in uno spazio ristretto con quattro sconosciuti scelti a caso da un algoritmo delle ferrovie austriache non era nelle nostre corde.

Con un piccolo sovraprezzo scegliamo quindi lo scompartimento privato. Alla fine spendiamo sui 280 euro andata e ritorno in due (140 a testa more or less). 

Il treno per Vienna passa a Milano alle 21.26, proveniente dalla Liguria. Arriviamo in stazione con un margine di qualche minuto e l'accoglienza non è delle migliori. Due militari e un poliziotto corrono dietro a una tizia che si allontana dalla stazione sul binario uno. Di sicuro non sta andando a prendere il regionale in ritardo per Pavia. The jungle of Rogoredo, non ancora totalmente disboscata.

I commenti su spaccini e tossici rischiano di farci perdere il focus sul nostro treno in arrivo. Ma che carrozza abbiamo? Guardo il biglietto ed è scritto in tedesco figa. Con l'aiuto di Google Translate riusciamo a capire che abbiamo la 416 (ma che numeri usano questi mangiacrauti? Sembrava l'identificativo del treno).

Dove si fermerà questo vagone lungo il binario è un mistero sino a due minuti prima dell'arrivo del convoglio quando dall'altoparlante viene spiegata la disposizione delle carrozze. Tutto mentre un Frecciarossa frena rumorosamente non troppo distante. Insomma, casino!

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Si sale ed ecco il nostro scompartimento privato. Sei sedili allungabili in tessuto quanto meno vissuto, due prese tedesche (ci vuole l'adattatore) e zero Wi-fi, uno strano odore che sembra di fumo. Sembra un viaggio della speranza, il controllore ci spiega che la puzza è dovuta ai freni quando il treno ferma in stazione. Peccato che questo treno fermi ovunque. Brescia, Desenzano, Verona...

Qualcuno ogni tanto si affaccia e ci guarda con un misto di invidia e sdegno. Noi spaparanzati in sei posti mentre loro a smadonnare come sardine. Colpa mia se siete taccagni e da barboni non avete pagato il supplemento? Chiudo tutto e tiro la tendina, faccio hotspot con il cell e ci vediamo un film sul tablet. Anche la mia dolce metà sembra serena o forse è solo rassegnata.

Poi ci addormentiamo da qualche parte in Friuli sui sedili allungati il più possibile. A un certo punto sento martellare, butto fuori l'occhio, siamo a Tarvisio. Penso a un cambio di motrice (da italiana ad austriaca secondo il principio #locomotivedicasanostra) e me ne torno beato a dormire.

Appena steso sento delle grida..."Pasquà iniziamo da qui" e un rumore di porte aperte con discreta viulenza. Oddio chi è? Nemmeno il tempo di prendere paura che anche il nostro scompartimento viene spalancato. 

Insomma, Pasquà è un agente della Polizia di Stato mandato a piantonare il confine italico. Tiro un respiro di sollievo vedendo le divise. Penso capisca che non siamo criminali perché si limita a un "Buonasera" e richiude dolcemente lo sportello. 

Io però non riesco più ad addormentarmi. Poco dopo ci fermiamo in Austria e mi aspetto un'altra irruzione che ne so di Fritz, o di Joseph con la pettorina Polizei e il Commissario Rex al guinzaglio. In realtà sento solo altre martellate (forse stanno staccando alcune carrozze che vanno a Monaco di Baviera). 

La mia dolce metà invece dorme serena, beata lei. Io vado in bagno, leggo, guardo fuori.  Un SMS mi dà il benvenuto in Austria e mi metto a fare ricerche su Vienna. Prendo sonno con il cell in mano e con l'idea di farle una sorpresa con una colazione speciale all'arrivo al 15 sweet minutes Cafè, due passi dalla stazione (4,3 stelle da un botto di recensioni). 

Leggo anche che per i trasporti meglio fare la Vienna City Card direttamente in stazione. Accesso all inclusive ai mezzi pubblici e sconti per gli ingressi ai musei e monumenti più famosi. 

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Ah, a Vienna in metrò non ci sono tornelli, ma sembra che tutti paghino il biglietto o l'abbonamento, i cani sui mezzi hanno tutti la museruola e i giornali si prendono attaccati ai pali per strada, lasciando le monete in una cassettina. Tutte le volte che vedo queste scene mi vergogno un po' pensando che in Italia non potrebbero mai esistere. Siamo proprio dei Giargiana...

Lasciamo i bagagli in hotel e in tempo zero iniziamo a girare come delle trottole per la città che non ha bisogno di presentazioni. Qualche consiglio: categorico visitare la Casa di Mozart (dove ho scoperto che il celebre compositore era un ludopatico), le residenze asburgiche (Hofburg e Schonbrunn), la Biblioteca Nazionale Austriaca e il Castello del Belvedere dove sono esposte importanti opere tra cui Il Bacio di Klimt

Non possono mancare una capatina alle case colorate Hundertwasserhaus e un aperitivo sul bar rotante a centosessantametri di altezza sulla Donauturm. Da lassù il Danubio sembra ancora più blu. 

Sì, ma che si mangia a Vienna? Gulasch, Wiener Schnitzel (cutuleta senza l'oss fritta nello strutto), bretzel e wurstel in ogni salsa. Un nome su tutti: Glacis Beisl, ristorantino un po' alternativo e imboscato.

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Per i dolci i turisti sono attratti dalla signorilità del Cafe Central o dal celebre Hotel Sacher, ma noi troviamo il nostro paradiso da Kurkonditoreii Oberlaa, pasticceria non distante dalla cattedrale di Stephansdom (hanno anche un punto vendita in stazione che utilizzeremo al ritorno)

Già, perchè i giorni volano e c'è bisogno di zucchero per affrontare un'altra lunga notte in treno. Ormai ci consideriamo dei PRO e al ritorno ci piazziamo diretti nel nostro scompartimento privato. Qualcuno prova a buttare l'occhio, ma vedendo i cartellini con sei posti prenotati se ne va senza fiatare. La Polizei austriaca arriva per davvero in piena notte, ma sono molto più delicati dell'agente Pasquà. Albeggia quando stiamo per arrivare a Rogoredo e tutto assume una sfumatura vagamente romantica.

Tirando le somme: due notti in hotel risparmiate grazie ai viaggi in treno, un'avventura da ricordare e da raccontare a tutti voi Imbruttiti. Insomma, con un po' di spirito di adattamento, per me un gran bel deal!

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