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Lifestyle
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Mollo tutto e... apro un chiringuito, decideva il nostro Imbruttito nel film omonimo, che sicuro tutti voi avete visto. (Vero???). "Mollo tutto e..." quante volte ci abbiamo pensato, anche solo per scherzo o per fantasticare un po'? Il 99% di noi, però, parla parla e poi non ha il coraggio di fare una mazza, preferendo tenersi problemi e frustrazioni quotidiane. Ma c'è anche una piccola percentuale di gente che il grande salto lo fa per davvero: è il caso di Cristiano Fabris, che dopo aver perso il lavoro, la casa e il compagno, ha deciso di lasciare tutto e di vivere sul suo camper, girando il mondo e godendosi la vera felicità. Alla faccia di chi aveva provato a portargliela via. Era il 9 settembre 2014. Oggi, a distanza di qualche anno, gli abbiamo voluto chiedere com'è la sua vita, e se davvero si possa mollare tutto per vivere (e lavorare) da camperista.

Ma quindi in cosa consiste il tuo lavoro?

Senza scomodare termini anglofoni che per altro non amo molto, in italiano posso affermare di essere un comunicatore.

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Figo. E il cash come gira facendo il tuo lavoro? Guadagni bene? Guadagni abbastanza? Guadagni poco ma ti basta?

Quando decidi di svolgere questo lavoro, devi mettere in conto che per i primi tempi sarai tu a investire denaro. Poi capisci come tarare il tuo compenso e soprattutto quanto denaro ti serve per essere felice. Quando fai una scelta come quella di vivere in camper, non pensi che la felicità sia avere un guardaroba di 80 paia di scarpe, o la palestra da 2000 euro annui, ma bensì un tramonto in Cilento vissuto con calma, una pista da sci deserta in Abruzzo, una cena davanti al fuoco in una valle del Cuneese, oppure non avere la sveglia, non dover essere una sardina ogni mattina in metro. Personalmente vivo con metà stipendio di prima e il doppio di felicità e bada, non c'è nessun papà notaio dietro, nessun zio d'America che mi mantengono, semplicemente la mia felicità non si misura con il denaro. Se qualcuno si sta chiedendo come pago le tasse o se avrò una pensione, sappia che basta chiedere a qualsiasi commercialista o fiscalista per conoscere il regime di diritto d'autore o la partita IVA agevolata e i contributi annessi.

Conosciamo, conosciamo. Senti ma quali skills bisogna avere per condurre una vita (e una professione) come la tua?

In primis bisogna staccarsi dal concetto che ci sia qualcuno a dirti cosa devi fare, ma sei tu che vai a caccia del lavoro. Poi occorre avere voglia di fare tanti, tanti e ancora tanti chilometri: percorro mediamente 100-120k km all'anno con il camper alimentato a GPL o la caravan. Agricampeggi, Aziende Agricole, B&B, Dimore Storiche, Uffici del Turismo, Comuni, Parchi Nazionali, sono solo alcune delle tante mete da visitare e raccontare con articoli, video, foto e testimonianze. E infine una buona dialettica, non essere timidi e una buona dose di educazione. Sei tu che vai a casa altrui e proponi il tuo lavoro. Non il contrario.

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Cosa ti ricordi della tua vita di prima?

Non rinnego nulla, perché se sono arrivato dove sono è perché ho fatto quel percorso. La mente cerca di rimuovere i fatti dolorosi o spiacevoli del passato. Su un punto però resto fermo: avevo un debito di felicità con me stesso, dovuto a un compagno disonesto, a colleghi opportunisti e a un meccanismo lavorativo e sociale che mi impoveriva. 

La tua esperienza in qualche modo ci racconta che a volte i momenti peggiori della vita possono essere... i migliori, no?

De Andrè cantava "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior", e nel mio caso è stato proprio cosi. Quando il 9 settembre del 2014 il mio ex compagno salì in camper e disse, dopo 4 anni di relazione "non abbiamo la stessa vita né più nulla in comune", per me con il senno del poi, rappresentò l'inizio di una nuova vita. Avevo da 5 giorni lasciato il mio lavoro da responsabile per accettarne uno precario da impiegato con metà stipendio. Avevo messo in affitto la mia casa in modo da pagarmi il mutuo, il tutto per andare a convivere con lui. E invece mi ritrovai senza più nulla: non avevo metà di me stesso, non avevo più una casa, un lavoro e in compenso un mutuo di trent'anni e un grosso debito di felicità con me stesso. E come potevo pagarle questo debito di felicità? Con la cosa che mi piace di più nella mia vita: vivere in camper. Così mi iscrissi alle liste di disoccupazione, percepii per 23 mesi la Naspi e iniziai a viaggiare in camper. In quel momento capii che vivere in camper costa molto meno rispetto a una casa. Iniziai a viaggiare sempre di più, arrivando sino in Tibet, alle coste della Norvegia e della Russia e nel contempo le persone iniziarono a seguirmi sui social. Poi decisi di scrivere alle riviste del settore camper e viaggi, proponendo i miei contenuti: diari di bordo e itinerari. Contattai i produttori di accessori per camper, di produttori di caravan e tende e infine di titolari di alberghi, campeggi, B&B. E mi ritrovai senza saperlo a essermi creato un lavoro dalla mia passione.

Certo che raccontare la tua storia cinque anni fa e raccontarla oggi, fa una grande differenza. Post Covid le priorità sono cambiate e c'è anche chi ha scelto di licenziarsi pur di inseguire la propria felicità. Pensi che questo cambiamento durerà?

Lavorare in smartworking non vuol dire essere un facazzista, perchè se non lavori e non produci, non lo fai né in un ufficio né a casa, con la differenza che in ufficio l'azienda deve pagare la struttura, a casa un pc e un cellulare. Piuttosto, il vero valore aggiunto è l'equilibrio tra non avere un orario fisso e la libertà di gestire la tua vita privata: se il dipendente lavora felice e sereno, la qualità del lavoro è migliore. O siamo ancora fermi agli anni 60?

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Eh, un po' fermi lo siamo ancora. Senti, i dati degli ultimi anni parlano chiaro: sempre più persone, tra cui tanti giovani, scelgono il camper (anche in affitto) per le loro vacanze. E allora dai, ne approfittiamo: ci fai la top 5 delle mete secondo te più fighe (in Italia e fuori) per neofiti camperisti?

Intanto fammi fare un piccola premessa, prima occorre noleggiare un camper da un professionista del settore che vi spiega bene come usarlo. Poi scaricate un'app per l'uso del camper e per le mete. Detto ciò ecco, non amo molto i luoghi affollati e consiglio sempre di visitarli fuori stagione. E ora veniamo alla top 5:

5. Lapponia e Capo Nord: il viaggio e non la meta fatto in ogni periodo dell'anno.

4. Toscana, Val d'Orcia: i tramonti il vino e l'enogastronomia locale ti fanno fare pace con il mondo anche con la suocera.

3. Pari merito Normandia e Grecia. La prima ha delle scogliere mozzafiato che rimarresti ore a guardare l'infinito la seconda la località Papingo al confine con l'Albania è un piccolo scrigno immerso tra le montagne, dove non trovi alberghi perché le persone ti ospitano nelle case proprie.

2. Parco Nazionale Lazio Abruzzo Molise: Ho trascorso 103 giorni durante il primo lockdown e qui la natura mantiene ancora qualcosa di imprevedibile come ad esempio l'orso che si grattò il suo fondoschiena sullo spigolo del camper una notte, svegliandomi all'improvviso.

1. Dolomiti Lucane e Parco del Cilento: è un luogo dove almeno due o tre volte all'anno ci torno perché qui in questi posti c'è ancora un concetto di ospitalità e di disponibilità, che in altre parti non trovi. Può sembrare che abbiano una corteccia dura, in realtà la superi solo con l'educazione e con il sorriso. Perché in qualsiasi parte del mondo in cui arrivi col camper, sei tu l'ospite e nulla ti è dovuto.

Che dite Imbruttiti? Viaggettino in camper?

 

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