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Ultimamente psicologi ed esperti hanno preso a dare termini nuovi a vecchi sbattimenti. Una roba utile, per carità: permette di comprendere meglio certe situazioni, di riconoscerle e magari di affrontarle. Vi avevamo parlato della FOMO, no? La paura di essere esclusi e disconnessi. Ecco, adesso c'è la FOFO, aka la paura di venire a sapere le cose. Ora vi spieghiamo, così magari fate un check per capire se ne soffrite pure voi.

FOFO è l'acronimo di Fear of finding out, letteralmente paura di venire a sapere. Esempio: da qualche giorno avete dei sintomi strani, che non vi sapete spiegare. I vostri amici e familiari vi consigliano saggiamente di andare dal medico, che molto probabilmente è una cazzata. Voi però, temendo di scoprire che siete in fin di vita, fate gli gnorri e rifiutate visite ed esami, nella convinzione che se non lo sapete, non esiste. Bella cagata. Ecco, se vi ritrovate in questa descrizione, allora soffrite di FOFO. Che è una paura nata principalmente per indicare la paura di essere visitati e di scoprire cose brutte, ma poi si è estesa anche ad altre situazioni.

Tipo il lavoro. Esempio: avete iniziato a lavorare in proprio e non avete la più pallida idea di come funzioni tutto l'ambaradan burocratico e la questione tasse. Sapete bene che è importante capirlo e affidarvi a un buon commercialista, ma avete paura di scoprire di dover pagare un botto e magari di avere mille documenti da controllare e sistemare. Quindi niente, rinunciate e rimandate a un futuro imprecisato. Ma la FOFO è perfetta per raccontare anche certe menate che ci facciamo nella sfera privata. Esempio. Abbiamo una discussione in sospeso col partner, qualcosa che dobbiamo chiarire. Eppure sappiamo che se cominciamo la conversazione, questa potrebbe sfociare in una lite, in un confronto difficile che non abbiamo voglia di affrontare. E così, testa sotto la sabbia e via. Continuiamo la nostra vita come se nulla fosse.

Ma perché ci facciamo prendere dalla FOFO? Le ragioni sono diverse. Forse abbiamo paura che scoprendo maggiori informazioni su un problema, non saremo comunque in grado di affrontarlo e risolverlo; forse siamo sopraffatti da altri sbatti e non abbiamo né tempo né voglia di dedicarci ad altro; o forse semplicemente non vogliamo assumerci la responsabilità di questa cosa, credendo che debba essere gestita da un'altra persona. E insomma... cosa dovrebbe fare allora una persona che soffre di FOFO?

Bè, parlarne con uno bravo aiuterebbe. Ma, per cominciare, bisogna riflettere sul fatto che la paura è ok, ci sta. La questione è riconoscerla e non lasciare che governi la nostra esistenza. Dobbiamo chiedere a noi stessi: quali sono le potenziali conseguenze se continuo a ignorare questo problema? Come potrebbero svolgersi gli scenari migliori e peggiori? Vale la pena rischiare di spingerci oltre? Come ci sentiremo riguardo a questo problema fra una settimana, un mese o un anno? Facendo domande come queste, ci costringiamo ad affrontare la paura e ad agire. Diventiamo attivi, invece che restare passivi. Come dice un vecchio proverbio: non puoi impedire a un uccello di atterrare sulla tua testa, ma puoi impedirgli di costruire un nido. Taaac!

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