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La Corea del Sud paga 450 euro al mese ai giovani hikikomori per uscire dall’isolamento

Gli hikikomori sono persone (per lo più ragazzi) che vivono in uno "spazio limitato, disconnessi dall'esterno, e con notevoli difficoltà nel vivere una vita normale".

Qualche settimana fa vi abbiamo parlato del fenomeno degli hikikomori, parola giapponese che significa stare in disparte, e viene associata a tutte quelle persone che decidono di ritirarsi dalla vita sociale, a volte anche per anni. Gli hikikomori vivono chiusi in casa, con i contatti esterni (compresi quelli familiari) ridotti al minimo. Un fenomeno molto diffuso nei paesi asiatici, specialmente in Giappone e Corea del Sud, ma che ultimamente pare essersi esteso anche negli Stati Uniti e in Europa. Un problema vero eh, che ha convinto il Ministero dell’uguaglianza di genere e della famiglia sudcoreano a fornire fino a 650mila won coreani (circa 450 euro) al mese ai giovani isolati sociali: un tentativo di sostenere la loro “stabilità psicologica ed emotiva e una crescita sana”. Dai, bella iniziativa. Ci sta.

Forse non lo sapete, ma circa il 3,1% dei coreani di età compresa tra i 19 e i 39 anni viene definito “solitario”, cioè qualcuno che vive in uno “spazio limitato, in uno stato di disconnessione dall’esterno da molto tempo, e con notevoli difficoltà nel vivere una vita normale”, come specificato dal rapporto del ministero, che ha citato il Korea Institute for Health and Social Affairs. Quindi parliamo di circa 338mila persone in tutto il paese eh, mica poche. Di queste, il 40% inizia ad isolarsi già durante l’adolescenza. Tra i tanti motivi che trasformano un giovane in hikikomori troviamo difficoltà finanziarie, malattie mentali, problemi familiari o di salute. Ecco allora spiegato il senso delle nuove misure messe in atto dal Ministero, che fanno parte del più ampio Youth Welfare Support Act, che mira a sostenere le persone estremamente ritirate dalla società, così come i giovani senza tutore o protezione scolastica che sono a rischio di delinquenza.

L’indennità mensile sarà disponibile per i giovani solitari di età compresa tra 9 e 24 anni che vivono in una famiglia con un reddito inferiore al reddito nazionale medio, definito in Corea del Sud come circa 3700 euro al mese per una famiglia di quattro persone. Gli hikikomori possono fare domanda per questo aiuto economico presso un centro di assistenza sociale locale. Stessa cosa possono fare i loro tutori, consulenti o insegnanti. “I giovani solitari possono avere una crescita fisica più lenta a causa di uno stile di vita irregolare e di un’alimentazione squilibrata, e rischiano di affrontare difficoltà mentali come la depressione a causa della perdita dei ruoli sociali e del ritardo nell’adattamento” ha affermato il ministero, sottolineando quindi l’importanza del “supporto attivo”. Tutto giusto.

Nel rapporto stilato dal ministero anche diversi casi di studio, tra cui un giovane studente che ha sofferto di problemi di salute mentale e difficoltà a socializzare fin dall’adolescenza; ha lottato per adattarsi al college ma alla fine ha scelto di non frequentare e si è ritirato. Un’altra studentessa ha affrontato violenza domestica e povertà, e per questo ha difficoltà ad uscire di casa o stabilire relazioni con persone esterne. Ma l’aiuto economico non è l’unica misura messa in atto per aiutare gli hikikomori: previste anche la distribuzione di linee guida ai governi locali, il potenziamento delle reti di sicurezza sociale per i giovani e dei sistemi di diagnosi precoce e la collaborazione più stretta con le strutture di assistenza ai ragazzi, come rifugi o centri di riabilitazione. Alcune città e amministrazioni locali dispongono già di sistemi simili: Seoul, la capitale del paese, ha un Reclusive Youth Support Project che fornisce consulenza su salute mentale, sviluppo di hobby, formazione professionale e life coaching per giovani isolati. Ebbravi gli amici sudcoreani.

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