Lo shopping online è una grande comodità, a volte anche un grande sgamo per il prezzo. Secondo il Report annuale sull’e-commerce italiano pubblicato da idealo, il 61% dei consumatori italiani continua a comprare online almeno una volta al mese e il 24% anche una volta alla settimana. Certo, ci sono persone che non scambierebbero mai col virtuale una bella session di shopping in centro, che può rilassare e divertire, e permette anche di verificare live se un capo ci sta bene oppure no. Quante volte i pantaloni appesi ai manichini ci sono sembrati da urlo e, una volta indosso, si sono rivelati da urlo di Munch? E quante volte, invece, vestiti che ci sembravano così così si sono rivelati degli affari clamorosi? Magari consigliati con grazia da un commesso avveduto o da una commessa d’esperienza… Niente, tutto questo potrebbe venire presto meno. Google sta infatti impiegando l'intelligenza artificiale direttamente su Search (per ora solo negli States, ma tempo zero arriverà pure qui) per rendere più realistica l'esperienza dello shopping online e offrire ai potenziali clienti in giro per il mondo la possibilità di provare virtualmente gli abiti direttamente da casa. Come?
Allora, intanto per creare questa sorta di camerino virtuale, Google si è basato su alcuni dati significativi: il 42% di chi compra online non si sente rappresentato dalle immagini dei modelli (sempre troppo fighi) mentre il 59% trova che il prodotto che gli arriva a casa non è mai come lo aveva visto dallo schermo. Avete presente i meme "Quando lo ordini, quando ti arriva a casa"? Ecco. Su Google Search, grazie all'intelligenza artificiale, si vedrà un botto di gente normale, con una vasta gamma di taglie, dalla XXS alla 4XL, con diverse tonalità della pelle, etnie, forme del corpo e tagli di capelli. Inclusione massima. Per provare i vestiti servirà solo cliccare su Try On e ciao. Inizialmente, la funzione sarà disponibile per le maglie da donna di vari marchi, tra cui H&M, ma nel tempo verrà estesa ad altri brand e a diversi tipi di abbigliamento. Grazie ad algoritmi sempre più acuti, inoltre, Google suggerirà anche alternative simili al capo ricercato, e anche prodotti simili a un prezzo più conveniente.
Oh, non è una novità assoluta eh: basta pensare a tutti quei pacchetti che propongono ciclicamente nuovi outfit in base alle misure che forniamo loro; oppure a colossi come Amazon, che ha già messo a punto da un pezzo i camerini virtuali. Adesso però, con l'AI, gli spazi digitali per le prove possono dare risultati ancora più precisi e accurati. Come dicevamo, parliamo di vestiti visualizzati su tantissimi modelli reali, filtri per la tonalità della pelle o addirittura per certe peculiarità corporee… Tutto interessante, specialmente in questo periodo: con la caldazza imperante sarebbe bello non passare, tutti sudati, dai 43 gradi di Corso Buenos Aires ai 21 di un qualunque negozio che si affacci sulla vasca dello shopping. E poi cercare tra i capi, svestirsi, rivestirsi, farsi passare ai raggi X da commessi e commesse, poi scegliere, pagare e tornare nella sauna fuori. Sbatti. Eppure…
Eppure, rischiamo di perderci anche questi pezzetti di vita non filtrati da uno schermo e di perdere un sacco di occasioni di vincere la pigrizia, vestirci, uscire, confrontarci con il mondo e tornarcene, anche scornati, a casa, magari dopo esserci consolati con uno Sbagliato fatto da un barista spaccone con cui spaccarsi dalle risate. Cioè, avete visto come ci sta riducendo lo smart? Per carità, intelligenza artificiale anche quella, ma un po’ di queste proiezioni le vediamo realizzarsi ogni giorno: ci curiamo un po’ meno (tanto sono a casa), ci presentiamo in mutande in riunione, sbocconcelliamo finti pasti al computer anziché uscire in pausa pranzo a vedere un po' di mondo. Se anche lo shopping lo facciamo tutto tutto online, siamo sicuri di non finire come degli sciattissimi hikikomori a cui i vestiti non serviranno nemmeno più? Dress to impress si diceva un tempo… ma se non c’è nessuno to impress, cazzo ti dress?!
Autore: Daniela Faggion
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