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Essere un Millennial oggi è uno sbatti. Essere un Gen Z peggio ancora. Cioè, è proprio difficile fare lo switch tra gioventù e vita adulta, quella fatta di impegni, responsabilità, lavoro, relazioni stabili, magari una casa. Un nuovo sondaggio americano (ma piuttosto indicativo della situa generale) ha rivelato che i membri della Gen Z (dai maggiorenni in su) e dei Millennial si trovano ad affrontare maggiori sbattimenti rispetto ai loro genitori quando si tratta di raggiungere traguardi importanti nel mondo del lavoro. Ma non avevamo grandi dubbi eh: basti pensare che la maggior parte dei nostri genitori ha passato la vita inchiodato al posto fisso, che gli ha permesso di comprare una casa senza eccessivi drammi.

E noi? Eh.

Lo studio è stato condotto da CNBC in combo Generation Lab e - ribadiamo - riguarda prevalentemente i giovani yankee. Ma la loro situazione non si sposta di molto dalla nostra eh. Dei 1.039 giovani adulti intervistati, di età compresa tra 18 e 34 anni, il 55% ha affermato che è "molto più difficile" rispetto al passato acquistare una casa, il 44% che è più difficile trovare un lavoro e un altro 55% che è molto più arduo ottenere una promozione. Bisogna notare però che il 40% degli interpellati ha ammesso che per loro è più facile cercare opportunità economiche che non si basino sull’occupazione tradizionale. Ergo: il posto fisso non corrisponde più all'ambizione primaria. "Questa è un'istantanea di come i giovani percepiscono la propria vita rispetto a quella dei loro genitori - ha commentato Cyrus Beschloss, fondatore di Generation Lab, un'organizzazione che ha creato il più grande database di intervistati tra i giovani americani - Ma le opportunità non tradizionali non rappresentano necessariamente una prospettiva negativa. Potrebbero non fornire stabilità, ma possono offrire prospettive positive nonostante il pessimismo sulla nazione e sul mondo".

Un altro dato è particolarmente curioso: nell'immaginario, infatti, i giovani di oggi saltano da un lavoro all'altro. Un po' per la precarietà, un po' perché si preferisce cercare una professione che garantisca flessibilità e bilanciamento con la vita privata. Eppure...è venuto fuori che il 43% dei ragazzi si sente fedele ai propri datori di lavoro e non ha alcuna intenzione di mollarli. Varrà lo stesso anche in Italì? Forse sì: una ricerca di Adecco in partnership Teleperformance, ha indagato quali sono le priorità lavorative dei giovani della Generazione Z e - in pole position con il 61% delle preferenze - troviamo lo stipendio. Seguono a pari merito la volontà di fare un lavoro in linea con i propri studi e i propri interessi e il bilanciamento vita-lavoro, entrambi al 32%.

Un po' a sorpresa, vista la crescente sensibilità verso queste tematiche, troviamo invece poco interesse nei confronti dell'attenzione verso il dipendente (importante solo per il 12%), l'allineamento fra valori personali e aziendali, l'impegno verso la sostenibilità e l’ambiente, e i benefit aziendali proposti, tutti solo al 9%. Per il 30%, invece, è fondamentale la flessibilità oraria. Quindi lo stipendio per i ragazzi è importantissimo, ma sarebbero disposti a guadagnare di meno pur di trovare un ruolo maggiormente in linea con gli studi compiuti (sei su dieci intervistati). In generale, il 74% dei giovanissimi che già lavorano si dichiara soddisfatto della propria occupazione e addirittura il 40% afferma di aver proprio trovato il lavoro della vita. Dai... pensavamo molto peggio!

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