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Lifestyle
lavoro_ufficio

Avete presente quei meme "Quando lo vedi online - Quando ti arriva a casa"? Oppure "Quando lo vedi in vetrina - Quando te lo metti a casa"? Ecco, dovrebbero fare qualcosa di simile con le professioni, sia quelle descritte negli annunci di lavoro, sia quelle dei profili LinkedIn. D'altronde, pieno di esperti di comunicazione, marketing e vendite, anche questo social non è riuscito a stare lontano da vanità e narcisismo... che poi vuol dire gente che se la tira, se la mena e se la racconta con estrema convinzione, talvolta purtroppo sul nulla cosmico. Certo, non è un social per esibizionisti come Instagram e Tok Tok; né ha tutte le derive complottiste e cazzare di Facebook. Però, come Facebook, ha un'alta concentrazione di boomer, sapientemente mescolati con tutte le altre generazioni - X, Z, Millennials... una miscela esplosiva di gente a caccia del lavoro dei sogni: zero sbatti, molti K.

Tra i tanti "sparatori di professioni" appostati dietro la propria descrizione Linkedin ecco la nostra top ten di perle gustose.

1. Complessista
Sei complessato tu o rendi complessati gli altri?

2. I help DTC CMOs sleep at night
Cioè, spacci sonniferi?

3. Accompagno Team, Middle Manager ed Executive attraverso il cambiamento e a vivere bene il lavoro
Quindi fai la guida turistica o punti a sostituire Tom Cruise in Mission Impossible?

4. Modern International Communication Operations
Fuori tempo massimo, il postmoderno è cominciato da un pezzo

5. Certified Brand Architect
No, l'architetto del brand no...

6. Retirement Futurist
ca*** è un Futurista del Pensionamento???

7. Mentore e Facilitatore
Continuiamo a preferire l'Idraulico, che almeno capiamo dove mette le mani

8. Gentleman Setter
Dog sitter mancato?

9. Journalist applying the scientific method and Occam's Razor
Anche meno dai, non vogliamo sentirci così ignoranti da dover googlare il Rasoio di Occam

10. Giornalista pro
Gio-pro per gli amici 

lavoro_colleghi_ufficio.jpg

È vero che siamo in una società complessa, sennò non ci sarebbero i complessisti e i complessati, ma continuiamo a preferire Giorgio Chiellini, che su LinkedIn si descrive come "Calciatore professionista". D'altronde, è così anche fuori dai social: c'è chi ti dice le cose come stanno e chi te la monta su meglio della panna, sparando nomi e definizioni che, facendo un passo indietro (dallo schermo, dal biglietto da visita o dalla targa sulla porta) ti fanno pensare: "ca*** vuol dire?!". Da anni, ormai, le aziende italiane regalano perle e si danno un tono mettendo in inglese (che come ricordiamo noi italiani parliamo malissimo) già negli annunci di lavoro o nelle loro posizioni interne. 

Grosse soddisfazioni arrivano dal mondo delle banche. Una volta quando avevi capito la differenza fra banchiere e bancario eri già a buon punto, e avevi finito di capire tutto distinguendo il direttore dagli sportellisti. Adesso no. Adesso in banca puoi incappare nel responsabile di Credit management & workout, che non è una persona che fa fare ginnastica ai tuoi risparmi, bensì l'addetto al recupero crediti (posizione decisamente più chiara e perentoria). Se sbagli porta eccoti nella Control room & market controls, dove semplicemente si controlla la correttezza del prodotto che ti hanno proposto, mentre se ti convocano dall'ufficio Workforce Planning & HR Cost, mettiti in tiro perché è l'ufficio del personale. E quando esci (o scappi) non dimenticarti di salutare Hub manager e Spoke manager, che non sono nient'altro che i direttori di filiale, il primo un po' più importante del secondo ma comunque direttori di filiale. Una volta imboccata l'uscita da questo girone infernale, sappi che qualcuno continuerà a pensare a te: il tuo addetto personal... (quella persona che ti spiega dove mettere i soldi e che ti fa firmare i moduli), oppure il collaboratore ufficio Customer journey, che non ti organizza le vacanze, no: analizza come spendi il cash e cerca di proporti investimenti che portino tanti K!

In banca e negli uffici passano tante aziende che si occupano delle pulizie, ma guai a dirlo in italiano. Adesso se ne occupa la società di Facility management che ha un branch in ambito cleaning: roba da svenire sul pavimento sperando sia stato appena pulito. E se svieni in un negozio di corso Buenos Aires, probabilmente non ti soccorrerà una commessa o un commesso, bensì uno shop assistant. Ma non se la menano solo i comuni mortali: in Italia anche le istituzioni ogni tanto scivolano su People manager, Ambassador e non solo. Nel 2012 l'Unione europea si inventò il Digital Champion, un ambasciatore dell’innovazione che ogni Paese avrebbe dovuto tirare fuori per invogliare i cittadini a diventare ‘digitali'. Ora, come ci ricorda Licia Corbolante di Terminologia etc. "nei documenti in italiano dell’Unione europea NON veniva usato Digital Champion, espressione che compariva invece sui siti istituzionali in Italia", per giunta al plurale (cosa sbagliatissima con le parole straniere).

Insomma, sarà quel senso di superiorità che ci porta a non studiare bene né l'italiano, né l'inglese e ci fa preferire un uso ad minchiam di entrambi. Sarà il politically correct con tutti i suoi paradossi, per cui lo spazzino faceva brutto ed è diventato operatore ecologico e il bidello sanno tutti chi è, ma a scuola bisogna chiamarlo commesso anche se non vende nulla. Fatto sta che qui ci si capisce sempre meno.

 

Autrice: Daniela Faggion

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