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Editorial
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"Oscar? Ti hanno dato un nome da statuina? Povero, povero Oscar". Questa battuta di Bill Murray in Ghostbusters 2 mi torna in mente ogni volta che si inizia a parlare di Academy Awards. È più forte di me. Visti però i soldi che girano intorno alla famosa statuina da 4kg possiamo dire tutto tranne "povero Oscar". Il nostro cavaliere mini-size è infatti una macchina da soldi. Il prossimo 10 marzo si alza il sipario della 96esima edizione degli Academy Awards e anche da Milano si sente il rumore dei cash fatturati a Los Angeles. Hollywood è in fermento e non solo per l’attesa delle stelle che sfileranno sul red carpet (che nel 2023 era color champagne, très chic). Vediamo la nota spese?

Ancora prima che si accendano le luci del Dolby Theatre, la casa degli Oscar, la città inizia a far cassa. Si stima che ogni anno l'economia di L.A. riceva un boost di 170 milioni di dollari grazie alla sola Oscar night. Divisi pure per 1.299 km² di estensione della city resta comunque un botto. Ma siamo solo all’inizio. La preparazione della cerimonia ha per il 2024 una spesuccia stimata di 57milioni di dollari. Nei costi è incluso il tappeto rosso (o di qualsiasi colore lo faranno) per circa 30mila dollari, la security per i 3.000 invitati che fa altri 250-300mila, aggiungi poi la produzione delle statuine per i vincitori, in bronzo placcato oro 24k dal costo di circa 4-500 euro l’una. Ci sono infine le attività correlate alla big night come il pranzo dei candidati (260mila dollari nel 2023), i Governors Awards (riconoscimenti alla carriera da 865mila dollari, sempre nel 2023) e il Governors Ball (l’afterparty ufficiale degli Oscar che ogni anno si aggira sui 2 milioni di dollari). 

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E non scordiamoci del presentatore ufficiale della serata. Per il secondo anno di seguito sarà Jimmy Kimmel (a lui è toccato l’ingrato compito di far dimenticare lo schiaffone di Will Smith a Chris Rock). Impresa pare riuscita data la riconferma, che lo porta alla sua quarta presenza sul palco. Nel 2016 lo stesso Kimmel aveva parlato di un cachet di 15mila dollari, facendo un paio di calcoli con inflazione, costo della vita, assicurazione schiaffi etc possiamo dire che almeno un 30 mila li porti a casa? Se però lato Academy i soldi escono, state pur certi che entrano anche. Uno spot di 30 secondi durante gli Oscar costa circa 2,6 milioni di dollari. E quante interruzioni pubblicitarie ci sono tra un premio e l’altro? A me sembrano 150 mila, ma alle 3 di notte non si è mai troppo precisi, però si può dire che buona parte delle spese sono coperte, dai. Il Dolby Theatre, inoltre, non si riempie solo del talento dei candidati, ma si vendono anche i biglietti che vanno dai 250 ai 750 dollari a persona. Più altre centinaia di dollari a seconda di quanto si è disposti ad avvicinarsi alle celebs e mangiare raffinato. Considerate le debite proporzioni ho visto concerti a San Siro con prezzi ben peggiori. 

Arriviamo ora alle vere protagoniste. Le stelle del grande schermo? Ma va! Parlo delle gift bag! Geniaccio dietro all'idea di viziare ancora di più i glitterati hollywoodiani è un certo Lash Fary, che nel ’99 fonda la società di marketing Distinctive Assets. E in che si distingue il buon Lash? Offre alle aziende l’opportunità di “posizionare e fare branding dei propri prodotti nel settore dell’intrattenimento”. Passano 20 anni e le gift bag di Lash spuntano come margherite per qualsiasi Awards e, obviously, dei premi Oscar. Quindi brand e aziende pagano una società per dare aggratis i propri prodotti a dei milionari? Ebbene sì. A ogni serata degli Oscar ai 25 candidati delle maggiori categorie: leading role e supporting role (femminile e maschile) e miglior regia, oltre al conduttore, arriva un regalo a 6 zeri. Ah, la borsa regalo ha pure un nome: "Everyone Wins". Che bella cosa il buonismo americano. Nella "Tutti vincono" di quest’anno c’è un voucher all-inclusive per un pernottamento esclusivo in uno Chalet in Svizzera (113 mila dollari circa), un ritiro benessere olistico di sette giorni in un resort di lusso a San Marcos, California e tre notti in una villa privata a St. Barth. Poi ovvio trattamenti di bellezza, creme, accessori di lusso, cibo e pure un cubo di Rubik edizione da collezione. Su quest’ultimo siamo perplessi, ma ok. 

Tra i momenti più attesi, forse anche più della consegna stessa dei premi, la sfilata di star sul red carpet. E anche qui girano cifre da capogiro. Le attrici della cosiddetta "A-list" possono spendere fino a 10 milioni di dollari per mettere insieme un outfit (dal dress agli accessori), mentre il costo medio per i partecipanti è sul milione e mezzo di dollari. In effetti se non compari su Vogue del giorno dopo non ha senso spendere tanto. Queen del red carpet al momento è Lady Gaga. Nel 2019 la nostra Miss Germanotta ha indossato un abito di Alexander McQueen abbinato a un collier di Tiffany & Co dal valore di circa 32 milioni di dollari. La collana composta da diamanti bianchi da 100 carati e un enorme diamante giallo da 128 carati l’aveva indossata prima di lei una certa Audrey Hepburn per il press tour di Colazione da Tiffany. Non immagino la security quanto abbia sudato freddo in quel tour. Se parliamo invece di "semplice" dress quello di Christian Dior Haute Couture indossato da Jennifer Lawrence nel 2013 è sicuro il più costoso. Ben 4 milioni di dollari per cadere sulle scale della premiazione. Quando si dice un abito ingombrante. Last curiosity, sapevate che sono due gli stilisti italiani che sono spesso scelti dalle celebs perché si pensa portino fortuna? Si tratta di Giorgio Armani e Valentino, che ad oggi hanno vestito ciascuno il 7% delle attrici premiate. Per la serie, se sei nel dubbio, vai di Made in Italy. 

 

Autrice: Giulia Cannarella

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