Avete in programma un business lunch? Dimenticatevelo. Roba da boomer. Oggi la svolta è il power lunch, cioè qualità, servizio impeccabile e ristoranti super cool. Ma cos'è 'sto power lunch, direte voi. Il termine è stato coniato dalla rivista Esquire nel lontano 1979, ma a New York si praticava già da un pezzo. Tra l'11 settembre, crisi economiche, pandemie e guerre, si è proclamata più volte la fine di questa tradizione, ma il power lunch è duro a morire. I ristoranti americani hanno risposto rimboccandosi le maniche: menu speciali, prezzi convenienti e formule divertenti.
La scelta del ristorante è cruciale: un’atmosfera al top può fare la differenza tra un affare concluso e uno andato a scatafascio. Bisogna anche fare attenzione alla location e al servizio, come direbbe Alessandro Borghese: più figo è il ristorante, meglio si chiuderà la trattativa.
In Italia il power lunch - o, almeno, il termine - non è molto noto, mentre negli States è una pratica stra consolidata. Già nel 2003, un articolo del New York Times di David Carr, parlava del "ritorno" del power lunch nei primi anni 2000. Ma qual è la differenza tra un power lunch e un business lunch? Tranquilli ve lo diciamo noi. Di base sono molto simili, ma mentre il business lunch è visto come una roba noiosa, un rituale formale necessario per fare gruppo, il power lunch è tutta un'altra storia. Qui il pranzo diventa un evento figo e piacevole, da condividere con colleghi e soci.
Insomma, as usual il power lunch è solo un nome che definisce una pratica che esiste evidentemente anche a Milano e nel resto del mondo (del lavoro). Chi sceglie di organizzare un business lunch con upgrade lo fa ordinando in un posticino di livello, magari con dell'intrattenimento, ottimo cibo e la possibilità di divertirsi tra un confronto su nuove azioni da acquistare e possibili fusioni.
Autrice: Francesca Tortini
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