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Editorial
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L'ultima è la polemica sullo studentato che nascerà nel villaggio olimpico di Milano, presso lo Scalo di Porta Romana. Ad accogliere gli universitari saranno stanze dai mille ai 750 euro, a seconda che siano singole o doppie. La questione è stata sollevata in Consiglio comunale dal segretario della Lega Samuele Piscina, che ha contestato l’ex Assessore alla casa Maran, divenuto nel frattempo Europarlamentare a Bruxelles e sostituito da Guido Bardelli. Anche l’assessore alla casa del Municipio 1 Lorenzo Pacini del PD ha postato storie su Instagram, parlando di cifre "folli", in grado di attrarre a Milano solo rampolli di famiglie benestanti e facendo poi un paio di conti spicci: "Se gli studentati costano quanto un appartamento, quanto verranno a costare dei bilocali?".

Bro, niente di nuovo sotto la Madunina. Qualche tempo fa si ci si spaccava la testa su AirB&B: "Chi siamo noi per dire ai proprietari delle case che prezzi fare?!", aveva tuonato la Ministra Santanché, d'accordo a far emergere il sommerso ma contraria a porre dei tetti. Eppure si parla di case... Tant'è, l'anno scorso era stata la volta delle tende sul pratone davanti al Politecnico. "Certo, avevano portato qualche disagio ai residenti ma non si può convenire che quella degli studenti fosse una protesta giusta", ha detto all'Imbruttito Guglielmo Pensabene, Presidente Commissione Mobilità, Casa, Arredo Urbano e Sport in Municipio 3, uno di quei ragazzi del '99 che oggi si ritrovano a combattere non la Prima Guerra Mondiale, bensì la battaglia del caro case. "È innegabile che per anni gli abitanti di Città Studi abbiano beneficiato della presenza degli studenti, che hanno alzato non poco il valore delle loro case". 

Quindi facciamo come a Barcellona, dove dal 2029 non verranno rinnovate le oltre 10mila licenze degli appartamenti su AirB&B? "Una soluzione drastica ma probabilmente l'unica strada per evitare di far lievitare ancora i prezzi delle case in città e impedire alla mia generazione di cominciare la propria vita autonoma", ha detto Pensabene commentando l'annuncio di Jaume Collboni, sindaco socialista della città catalana. In effetti, a Barcellona hanno misurato che gli affitti sono cresciuti del 70% in 10 anni e da noi non sembra andare molto meglio: prezzi degli affitti analoghi peraltro a Milano, ma con stipendi decisamente superiori - circa il 50% in più - così come accade a Berlino e a Parigi.

Così Milano continua a essere attrattiva, ma non accoglie esattamente tutti. È l'unico luogo dove ha senso fare un investimento, visto che la rendita è più alta che nel resto d'Italia, e a farlo sono le famiglie bene di altre città, che mandano qui i figli a studiare e, potendo, anziché dissipare un patrimonio in affitti stellari, li convogliano tutti in un investimento iniziale, che poi mantiene almeno ill suo valore. "Così ci ritroviamo in una città dove l'80% dei residenti è proprietario di casa e l'altro 20% si trova di fronte un'offerta fatta sempre più di affitti brevi". E per gli affitti lunghi tocca accendere un cero alla Madonnina. Milano, d'altronde", continua Pensabene, "non può fare come Barcellona che ha l'autonomia per prendere decisioni diverse da quelle del governo centrale... ma purtroppo non può fare nemmeno come nella provincia di Bolzano, in Trentino Alto Adige, dove se non sei di una famiglia altoatesina non puoi comprare più di una casa". Così si bloccano le speculazioni e gli arrivi indesiderati.

E a chi si chiede se non sarebbe un freno al turismo limitare gli affitti brevi, Pensabene risponde senza pensarci due volte: "Siamo a circa un milione di turisti al mese, se anche rallentiamo un po' non andiamo in rovina. Potremmo sviluppare ulteriormente la formula dell'ostello, che ha ottimi esempi in città ma che è ancora troppo limitata. Comunque, il problema non ruota solo attorno al turismo ma soprattutto attorno al tema del lavoro, perché con stipendi così bassi le energie migliori se ne vanno".

Pure le nostre, a forza di scrivere sempre degli stessi sbatti.

Autrice: Daniela Faggion

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