Nell'immaginario collettivo - almeno in quello dei Millennial - è il datore di lavoro (o chi per lui) che alla fine del colloquio saluta il candidato con un laconico "Le faremo sapere". Un commiato carico di speranze e aspettative per chi cerca lavoro, mentre dall'altro lato della barricata è solamente una formalità. Bè, pare che oggi questa dinamica stereotipata sia da rivedere, cambiando i poli di forza.
Parliamo di un'indagine realizzata da Gidp (associazione che riunisce i direttori delle risorse umane) sui rapporti delle aziende con stagisti e neo laureati. Stando a quanto rivelato dai capi del personale delle 87 aziende coinvolte (per lo più dell'area milanese) oggi sono i giovani a scegliere le aziende, non più il contrario. E a fare da ago della bilancia tra il "sì" e il "no grazie" non sono più retribuzioni e benefit, come nel 2023, ma la tipologia di mansione. Soltanto dopo aver chiarito questo aspetto, troviamo - per importanza - soldi, smartworking, conciliazione vita-lavoro, orario flessibile, lavoro per obiettivi.
Per i giovani candidati è molto importante anche la dimensione ambientale (lo afferma il 37,66% dei boss interpellati), le pratiche sostenibili dell'azienda e a seguire la dimensione sociale (32,47%) e la governance (29,87%). Tra le risorse umane, invece, contanto sempre di più le cosiddette soft skill. In molti comunque sembrano assolutamente aperti a offrire l'opzione smart working (70%), con due giorni a settimana o in modalità mista (23,26%), flessibilità che per i giovani valutano con molto interesse.
Se peròl'azienda non soddisfa le esigenze del giovane candidato, nada. Nosba, adios, ciaone. Quel "le farò sapere" si traduce tempo zero in un "non sono interessato". Ce lo conferma anche un'indagine di Adecco, che ha condotto lo studio su un campione di lavoratori italiani intenzionati a cambiare occupazione. Dai dati è emerso che il 36,7% delle persone che si propone per un nuovo lavoro lo rifiuta senza problemi se le aspettative vengono disattese: questo gruppo di lavoratori ha dichiarato di voler rifiutare per considerare offerte più vantaggiose, non solo dal punto di vista del cash, quanto per aspetti come la già citata possibilità di smart working, benefit, premialità e prospettive di carriera.
Bè, sembra un cambiamento in positivo... che ne dite?
Seguici anche su Instagram, taaac!