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Vi sentite in colpa a stare a casa in una giornata di sole? Soffrite di “Sunshine Guilt”

TikTok ha reso virale un nuovo termine che in realtà racconta una sensazione molto comune tra Millennial e Gen Z, figlia di un'epoca di eccessiva esposizione.

Fuori c’è il sole, la casa è illuminata dai raggi ancora caldi, sentite che oltre la finestra c’è un mondo in movimento, che produce, vive, si diverte. E voi… a casa. Magari dovete lavorare, non state bene, siete stanchi, vi siete impigriti. Qualunque sia il motivo, cominciate a sentirvi in colpa perché fuori c’è il sole e c’è la vita e voi siete chiusi tra le quattro mura senza potere/volere uscire.

Se questa immagine vi dice qualcosa, allora molto probabilmente soffrite anche voi della “Sunshine Guilt“, che è solo un termine inglese nuovo per definire una sensazione a molti già nota. E come succede adesso, un termine/stato d’animo torna in auge grazie ai social: a parlare di “Sunshine Guilt” è stata la TikToker Renee Reina, e da allora tutti a dire “sì sì anche io ne soffro”, come se fosse una roba nuova.

“Fuori è una giornata bellissima – ha raccontato Reina sul social cinese – ma io sono stanca. Ora però sento la pressione di uscire, fare una passeggiata e godermi il bel clima finché dura. Non posso divertirmi stando a casa perché, adesso, tutto il tempo lo trascorro pensando che dovrei essere là fuori. Praticamente la mia giornata è rovinata”.

E se non ci stavate pensando e ora non pensate ad altro, tutto nella norma: è solo una nuova ansia sbloccata. Che poi è una sorta di costola della FOMO (Fear of Missing Out), la paura di essere esclusi e disconnessi, solo che in questo caso non è legata tanto agli eventi ai quali potreste non partecipare, ma alle belle giornate di sole. Il comune denominatore con la FOMO è quella pressione autoinflitta di DOVER fare qualcosa anche se – fondamentalmente – non ne avremmo voglia. Quella vocina interiore bastarda che ti sussurra “ma come, c’è il sole e tu non vuoi farti una passeggiata? Non vuoi andare a bere un caffé al bar? Stai sprecando la tua vita!”. Ora, per carità: avere una spinta a fare-cose-vedere-gente non è di per sé un male, ci sprona a fare movimento, attività e combattere la pigrizia. Epperò gli sbatti come la FOMO e la “Sunshine Guilt” sono figli di quest’epoca di esposizione, dove sfogliando i social vedi gente che si sballa in milioni di modi diversi, e che in una bella giornata di sole non starebbe mai a casa a poltrire (in apparenza, chiaramente) ma organizzerebbe un picnic aesthetic al parco in compagnia di amici vestiti in maniera coordinata.

Sunshine Guilt, come superarla

E quindi, che si fa? Raga, se avete uno psico, parlatene che sicuro ha dritte più professionali. Dal canto nostro, vi possiamo dire che corpo e mente non hanno sempre bisogno di essere operative. Di “fare” a volte abbiamo bisogno di staccare, di stare fermi, di riposare, di annoiarci, di imbruttirci. Per poi, magari, tornare più carichi e motivati alla prossima occasione. Consiglio da amici eh!

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