L'Italia è uno dei sette Paesi europei senza educazione sessuale obbligatoria nelle scuole. E i risultati, tristemente, si vedono e si sentono. Altro che Casanova, Dolce Vita e Latin Lover: in Italia i ragazzi hanno un'idea molto (molto!) approssimativa di come funziona il corpo (e di come dovrebbe funzionare lo spirito) quando sale l'ormone, e rischiano di vivere una sessualità posticcia, sempre più simile ai video che girano - malgrado tutti i parental control - sui loro telefonini.
La mancanza di un obbligo di formazione in merito fa sì che i percorsi di educazione su sesso e comportamenti sicuri dipendano molto dalla Regione in cui si vive e dalla dirigenza scolastica che si incontra. E quando anche i corsi vengono approvati, si parla di slot complessivi per lo più di sei ore mentre non solo ci sarebbero moltissime cose da dire, ma soprattutto ci sarebbe bisogno del tempo necessario per far superare ai ragazzi la fase di imbarazzo e stupidera che attraversano quando - ad esempio in Quinta Primaria - fanno il corso di affettività (perché guai a chiamarlo sesso, siamo pur sempre a un tiro di schioppo dal Vaticano).
Eppure, i ragazzi sarebbero molto interessati e vorrebbero una materia di studio ad hoc, visto che la Rete è un'alternativa certamente peggiore dell'inossidabile passaparola: su Internet una qualunque ricerca su questioni sessuali è sempre a rischio di scivolare nel por*o e di creare ulteriore confusione nelle testoline già in subbuglio. A confermarcelo - in forma anonima ma assolutamente garantita - è una figura professionale che tiene i corsi nelle scuole e che ne sente raccontare di tutti i colori.
Siamo messi davvero così male?
"Sì, e quel che è peggio è che non solo non c'è obbligo di parlare di sessualità nelle scuole, ma in Italia non abbiamo proprio capito l'importanza di farlo come elemento culturale".
Siamo sempre in preda all'imbarazzo?
"Sì e questo genera una notevole ignoranza. Da un lato molti ragazzi non hanno idea di come funzioni un'ampia zona del proprio corpo; dall'altro arrivano in tempi assolutamente anticipati rispetto a quelli dei ragazzi di solo 20/30 anni fa a contenuti esagerati, che creano ansia da prestazione e falsi miti".
Ad esempio?
"Donne solo glabre e prosperose, uomini super prestanti. Soprattutto, ciò che manca è una cultura del piacere e dello scambio, perché tutto viene ridotto a una forma di dominio"
Molto fast and furious, insomma.
"Soprattutto la vocalizzazione e la verbalizzazione sono esasperate, così i ragazzi e le ragazze si convincono di non conoscere l'orgasmo solo se non urlano come pazzi o non dicono cose turpi".
Un bel modo di crescere potenziali depressi.
"Nei miei corsi non mi stanco mai di ripetere che l'OMS riconosce alla sessualità 3 funzioni:
- una riproduttiva
- una ludica
- una affettivo-relazionale,
ma i ragazzi italiani rischiano di avere un'idea molto confusa di tutte e tre"
Qualche caz*ata inascoltabile?
"Prendiamo la funzione riproduttiva: non è raro trovare ragazzi/e che pensano che i bambini escano (lo possiamo dire?) dal sedere, oppure ragazze che non si sono mai accorte che pipì e ciclo hanno canali separati. Naturalmente, si trova ancora qualcuno che chiede se con un bacio una ragazza resti incinta".
Siamo più indietro della Posta del cuore di Cioè?!
"Sì, con l'aggravante che adesso molte ragazzine si fanno convincere che non troveranno un fidanzato se non vanno in giro depilate integralmente. E con la pelle delicata che hanno ottengono per lo più in cambio solo forti irritazioni. Il tema della depilazione oggi è peraltro anche molto maschile".
Complessi?
"Tanti, troppi... anche perché questi organi scoperti e così tanto osservati riempiono le giovani menti di paranoie e sensi di inadeguatezza. C'è molta diseducazione a verbalizzare in modo corretto e normale ciò che piace e ciò che non piace e a sentirsi liberi di dire no. Alcuni ragazzi si sono convinti che ogni volta che sentono uno stimolo debbano arrivare per forza all'orgasmo, sennò - pensano - potrebbe scoppiargli".
Più che la rivoluzione sessuale, l'involuzione mutandale...
"L'ignoranza in cui sono costretti toglie paradossalmente molta libertà e sicurezza ai nostri ragazzi. Il fatto di accedere a contenuti esagerati li fa sentire sempre in difetto. Invece, ragazze e ragazzi devono sapere che loro stessi sono liberi di decidere del loro corpo e che sono i role model del porno a essere fuori dalla norma, non loro".
Insomma, se qualcuno si volesse decidere a mettere da parte la pruderie vittoriana che pare pervaderci, eviteremo di crescere generazioni di paranoici che temono ancora, nel 2024, che un bacio metta incinta una ragazza o che, viceversa, il solo fatto di desiderarla debba corrispondere ad averla. Per cominciare a cambiare le cose si può, ad esempio, firmare la petizione online Italy Needs Sex Education, della politologa, attivista e opinionista Flavia Restivo: il suo obiettivo è quello di presentare una proposta di legge al ministero dell’Istruzione entro il 2025. Meno bacchettoni per tutti!
Cover: "Sex Education", Netflix
Autrice: Daniela Faggion
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