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Lo skiplagging è il trucco per viaggiare low-cost che sta facendo incaz*are le compagnie aeree

l merito di questo trucchetto va a tale Aktarer Zaman, che si è inventato un metodo per arrivare a destinazione in un modo "alternativo". Ma... c'è un ma.

Sapete com’è: volete partire per Natale, magari tornare dai parenti di giù, ma quando vedete i prezzi dei voli vi viene tipo un mezzo infarto. Allora vi mettete lì, ore a spulciare con la VPN, aeroporti strategici e orari meno battuti per trovare una soluzione più cheap. Se esiste. Zero. Poi, però, spunta fuori lo skiplagging e vi si apre un mondo, anzi un universo: un metodo per risparmiare, scoprendo che volare può costare meno di quanto sembri, anche per mete lontane.

Di che si tratta?

In parole povere: comprate un biglietto per una destinazione finale che non vi interessa, ma con uno scalo nella città che volete visitare. E qui viene il bello: invece di prendere la coincidenza, vi fermate allo scalo e ciao. Risultato? Pagate meno per il volo che vi serve. Un esempio: volete andare a New York? A volte un volo per Miami con scalo a New York costa meno di un diretto per la Grande Mela. Sembra pazzesco, ma è pura matematica.

Il merito di questo trucchetto va ad Aktarer Zaman, uno con una testa che gli funziona fin troppo bene, che nel 2013 ha lanciato Skiplagged.com, un sito fatto apposta per scovare queste perle del risparmio. E i numeri parlano chiaro: negli ultimi 12 mesi, più di 12 milioni di viaggiatori hanno usato il suo sito per salvare un po’ di cash. Mica pochi, insomma.

Ora. Non è che sia così facile eh. Le compagnie aeree odiano lo skiplagging e, quando vi beccano fanno brutto. Vietato dai regolamenti delle compagnie, il trucchetto può portarvi a ricevere multe o, peggio, a ritrovarvi in tribunale. United Airlines e American Airlines, ad esempio, hanno portato Zaman e la sua creatura in giudizio.

Ma perché tutto questo odio? Le compagnie funzionano con il modello hub-and-spoke, dove gli aeroporti principali fanno da snodo per tanti voli. I prezzi, però, non si basano sulla distanza percorsa, ma su dinamiche di mercato. È proprio su questo che Zaman ha giocato: ha creato un programma che incrocia dati e vi mostra come risparmiare sul biglietto.

Chiaro, sperando non vi sgamino.

E qui arriva il twist: il termine nasce grazie alla sorella 13enne di Zaman e… Selena Gomez. Nel 2013, la popstar si lamentava su Twitter del jet lag. La sorella del nostro Aktarer, suggerì “skiplagging” per indicare il desiderio di saltare le coincidenze. E il resto è storia.

Oh, ma quindi è etica sta roba? Zaman dice che no, questo trucchetto non fa perdere soldi alle compagnie, perché permette alle persone di volare spendendo ciò che possono. Ma insomma, se decidete di provarlo, fatelo consapevoli: le compagnie non perdonano, eh.

Autrice: Francesca Tortini

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