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Che fine hanno fatto i taxi volanti che dovevano arrivare a Milano nel 2026?

Il progetto ha subìto una frenata clamorosa.

Raga, se vi stavate già immaginando di planare sui cieli milanesi a bordo di un taxi volante… ecco, immaginate. Tempo fa vi abbiamo parlato dei taxi volanti pronti a spiccare il volo per le Olimpiadi 2026: due vertiporti (Malpensa e centro Milano), voli elettrici fighetti e zero traffico. Costi altini (120 euro a testa), ma con promesse di ribassi e impatto green da paura. E oggi a che punto siamo? Bè, gli eVTOL, i futuristici aerotaxi elettrici, difficilmente spiccheranno il volo in tempo per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. A confermarlo è Armando Brunini, boss della SEA, che ha fatto il punto della situazione in commissione Mobilità e Partecipate a Palazzo Marino.

Forse qualche test, ma stop ai sogni“, ha detto Brunini, traducendo in soldoni che non ci sarà decisamente quel debutto super top che si sperava. Il problema? Gli investimenti per i vertiporti – cioè i parcheggi VIP per gli aerotaxi – sono ancora in standby. SEA non sgancia un euro finché non si trova un operatore tosto e con le idee chiare. “Stiamo studiando, ma soldi buttati? No, grazie”, ha ribadito.

Non pensate che sia solo una grana milanese. Il mondo degli eVTOL è un po’ in panne dappertutto, specie in Europa. Lilium, startup tedesca che doveva fare il botto, sta annaspando tra debiti e ristrutturazioni con la KPMG a guidare la baracca. Brunini ha poi aggiunto che anche a Parigi ci hanno provato, ma per le ultime Olimpiadi sono riusciti a fare solo interventi alla buona. Tradotto: ‘sta roba è innovativa sì, ma azzeccare i tempi è dura.

Nel 2023, il Comune di Milano aveva messo sul piatto 33 milioni di euro per i vertiporti, con SEA pronta a coprire il 51% e il resto diviso tra privati. Peccato che, ad oggi, quei soldi siano congelati. Però Brunini ha rassicurato tutti: “Nessun danno collaterale”, altri progetti strategici sono al sicuro.

Intanto, in commissione, i consiglieri Enrico Fedrighini, Alessandro Giungi e Carlo Monguzzi, sono leggermente in sbatti perso, chiedendo se non sia il caso di usare quei fondi per cose più utili. Idee? Potenziare la mobilità, migliorare l’accessibilità e spingere sul welfare aziendale. Mah sì, sono effettivamente idee…

Per ora, il sogno dei taxi volanti rimane uun dream, ma SEA non molla del tutto. Il monitoraggio del settore va avanti, con rapporti stretti tra filiera ed ENAC per sviluppare regolamenti ad hoc. Però, diciamocelo: il futuro di questi eVTOL è un grosso boh, e tutto dipende da come si evolverà il mercato e da chi avrà la spinta per far decollare il progetto sul serio.

Ma, domanda: perché non iniziamo a potenziare i taxi con le ruote prima di pensare a quelli volanti?

Autrice: Francesca Tortini

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