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Golden Goose, quando le sneakers vissute diventano la “gallina dalle uova d’oro”

Storia e cash del brand made in Italy che sogna gli States

E uscimmo a riveder le stelle…di Golden Goose. Simbolo delle iconiche sneakers del marchio veneziano, le stelline di Golden Goose hanno brillato nei primi nove mesi del 2024 con un fatturato che ha raggiunto quota 466 milioni di euro e un utile netto di 118,5 milioni di euro, in crescita dell’8% rispetto al 2023. L’apertura di 17 nuovi negozi può aver aiutato, lo ammettiamo.

Ma facciamo un passo indietro a quando tutto ebbe inizio. “C’era una volta” nel 2000 un duo di designer con la passione per la moda e in testa il tipico american dream di quel periodo: farcela nel mercato a stelle e strisce. Francesca Rinaldo e Alessandro Gallo decidono di unire le forze e dare vita alla loro “gallina dalle uova d’oro” (se vi siete chiesti il significato di Golden Goose è proprio questo) con la creazione di oggetti di lusso e accessori vintage. La vera svolta arriva però nel 2007 quando viene realizzato il primo paio di sneaker.

I due fondatori vogliono creare un accessorio unico per i tessuti, il lavoro artigianale e i dettagli curati. Un oggetto che rappresenti tutto il lusso del made in Italy, ma capace di strizzare l’occhio al vivere più rilassato della gold coast americana. L’aria vissuta, tipica delle loro scarpe, vuole proprio richiamare gli skateboard park di Venice a Los Angeles e il chill dei surfisti californiani. La Francy e l’Ale hanno capito che manca una fetta di mercato importante a cui nessuno ha ancora fatto caso: il casual-chic. E ci si buttano a capofitto.

La Super-Star, nome dato al loro primo prototipo, è degna della walk of fame e fa esplodere la popolarità di Golden Goose. La proposta si amplia così con altri modelli: le Mid-Star con foratura all’inglese sulla punta; le Slide con fasciatura alta della caviglia e le leggerissime Marathon, dal design anni ’70, con fondo più alto pensato per macinare i km della vita. Non siamo poetici noi, ma è il concept della scarpa.

Cosa ha fatto però diventare delle sneakers LE sneaker ai piedi di tutti, celebs e non?

Nel 2016 Golden Goose fattura sui 100 milioni, ma con un giro di affari ancora “locale”. E qui arriva Carlyle. Il gruppo di private equity statunitense acquista la Golden Goose Deluxe Brand nel 2017 per 400 milioni di euro. La strategia di espansione porta in appena 3 anni a una crescita annuale del 37% dell’utile netto passando da 32 milioni a 83 milioni nel 2019. Gli store passano da 7 a 100 con una vendita diretta ai consumatori che sale dal 10% al 45%.

Ma non finisce qui.

Nel 2020 arriva l’annuncio congiunto di Golden Goose e Carlyle che passano la quota di maggioranza del brand al fondo Permeira o, meglio, a una società controllata dai fondi Permira, in un’operazione da 1,2 miliardi di euro. Carlyle mantiene tuttavia una partecipazione di minoranza nell’azienda. Tasto avanti veloce, si passa il periodo Covid e nonostante il calo di molti marchi del lusso le sneaker di Goolden Goose continuano a vendere (prezzo medio tra i 400 e i 600 euro).

La casa delle sneackers resta uno dei marchi più amati dalla generazione Z (che palle ‘ste generazioni oh. Semplifichiamo, sono quelli tra metà anni ’90 e inizio 2000), ma si sta avvicinando anche ai più giovani grazie ad esperienze sempre più personalizzate all’interno degli store. Alla fine, si sa che sentirsi speciali è un po’ il sogno di tutti. Ma, curiosi, quanti di voi ne hanno un paio?

Fonte cover

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