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Ma in che senso a Milano vogliono vietare ai cani di andare al parco?

Vediamo cosa hanno detto da Palazzo Marino.

A Milano le polemiche non mancano mai, ma questa volta il dibattito ha fatto alzare più di un sopracciglio: il Garante del Verde ha proposto di vietare i cani nei parchi, tranne che nelle aree a loro dedicate. Whaaat? Niente più passeggiate in mezzo al verde con Fido, a meno che non ci sia un cartello che dice chiaramente “ok, qui puoi entrare”.

Milano adora troppo i cani

Numeri alla mano, a Milano i cani sono tantissimi: nel 2022 Legambiente stimava che ce ne fossero almeno 125.454, ma è un dato probabilmente sottostimato. E se allarghiamo lo sguardo alla Lombardia, i numeri salgono alle stelle: secondo l’ultimo aggiornamento dell’anagrafe regionale, ci sono 1.572.154 cani registrati. Fine brief canino.

Ma dove esce questa polemica? L’idea nasce per proteggere la biodiversità – perché tra piante, prati e fauna selvatica, pare che i nostri pelosetti siano un problema – e per evitare che scavino dove non dovrebbero, rovinando il sistema di irrigazione. Poi c’è la questione sicurezza: cani troppo free potrebbero essere un sbatti per chi si vuole godere il parco in santa pace. E, ultimo ma non meno importante, il rischio forasacchi, quelle maledette spighette che si attaccano dappertutto e possono creare problemi seri ai nostri amici a quattro zampe.

Fin qui tutto chiaro, ma la domanda sorge spontanea: davvero Milano vuole bandire i cani dai parchi?

A spegnere la polemica ci ha pensato direttamente l’assessora all’Ambiente e al Verde, Elena Grandi, che ha risposto easy: “Impensabile vietare l’accesso ai cani nei parchi”. Insomma, niente panico: Fido potrà continuare a fare il tour del quartiere passando per i giardini. Ma… c’è un ma, perché Grandi ci tiene a ricordare un paio di regolette che, a quanto pare, non tutti rispettano. Prima di tutto, il guinzaglio non è un optional—troppi padroni si sentono in modalità free roaming e lasciano i loro cani scorrazzare ovunque, anche dove non dovrebbero. Poi c’è la museruola, che magari non serve sempre, ma va comunque tenuta a portata di mano per ogni evenienza. E infine, un po’ di rispetto per le zone green: se un’area è vietata ai cani, un motivo ci sarà, quindi niente finta amnesia quando si vede il cartello di divieto.

Ah, e per le cosiddette “razze speciali” c’è sempre l’obbligo del patentino, quindi su quello non si discute. Ma siccome lamentarci ci piace di brutti, c’è anche chi ha protestato per la riduzione degli sfalci d’erba in alcuni parchi, colpevoli – secondo alcuni padroni di cani – di rendere la città una trappola di forasacchi. La risposta dell’assessora? “I minori sfalci sono una manna per la biodiversità e se si tiene il cane al guinzaglio, come da regolamento, non si prendono i forasacchi”. Insomma, prima di sbroccare, forse meglio dare un’occhiata alle regole base.

Autrice: Francesca Tortini

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