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Inizia la stagione dei premi cinematografici, tra glamour e cash

Dagli Oscar ai Bafta, vai con lo spiegone

Ci siamo: è arrivato quel momento dell’anno in cui Hollywood si trasforma in un gigantesco palcoscenico, ancora più sfavillante del solito, dove il cinema si celebra e, soprattutto, fa girare un bel po’ di soldi. Sì, perché i premi cinematografici, dai Golden Globes agli Oscar, non sono solo l’occasione per registi, film e attori di affermarsi come i migliori dell’anno, ma anche per case di produzione e brand di investire un po’ di cash, alla ricerca di visibilità e perché no, anche qualche momento virale su Internet.

Ma andiamo con ordine: quali sono i principali premi cinematografici della stagione, quali sono le particolarità di ogni cerimonia, quali hanno i momenti più cool e quali invece sono i più sbatti? Soprattutto: riccanza ne abbiamo, e quanta per ogni premio?

Gli Oscar, gli “zii” di tutti i premi

Se pensiamo a un premio cinematografico, i primi che ci vengono in mente sono senza dubbio quelli che ogni anno vengono assegnati dalla prestigiosissima Academy, cioè l’equivalente hollywoodiano del Megadirettore Galattico di Fantozzi: più importante e potente di lei, nell’industria, non c’è nessuno. Premi che per gli amici si chiamano Oscar, e se vi chiedete perché… beh, sembra che un’impiegata di questa Academy, vedendo per la prima volta la statuetta, commentò che secondo lei somigliava a suo zio. E indovinate come sichiamava lo zio… taaaaaac! Quest’anno la cerimonia degli Oscar si terrà domenica 2 marzo al Dolby Theater di Los Angeles, e tra lacrime, discorsi ed emozioni, l’unica certezza è che si tratterà come sempre diuna nottata da capogiro, almeno per quel che riguarda il giro d’affari. Si stima che uno spot pubblicitario di circa 30 secondi, se mandato in onda durante la diretta, possa costare oltre 2 milioni di dollari: calcolatrice alla mano, contate quante pause ci sono tra una premiazione e l’altra e fatevi due conti sui ricavi della cara vecchia Academy.

Il vero spettacolo, però, comincia ancora prima della cerimonia, ovvero dal red carpet che, per ovvie ragioni, è uno dei più fighi dell’anno. Le star si susseguono davanti agli obiettivi dei fotografi vestite dai migliori stilisti, con stili formali e senza tempo, e si stima che le cifre degli outfit sfoggiati per l’occasione si attestino in media sul milione e mezzo di dollari a capoccia. E certo, va detto che l’obiettivo degli Oscar è quello di vincere, ma anche partecipare è importante. Questo perché ogni attore nominato, così come il conduttore della serata, riceve in omaggio la cosiddetta “Everyone Wins Bag“, una borsa piena di omaggi da parte di brand affiliati alla serata.

E alla faccia degli omaggi: lo scorso anno, per esempio, la bag conteneva più di 50 regali, da un soggiorno in uno chalet sulle Alpi al cubo di Rubik da collezione. L’intrattenimento è importante…

I Golden Globes, loro sì che si divertono

Se quindi gli Oscar sono la serata rispettabile, elegante e senza sbavature, ai Golden Globes è tutta un’altra musica: l’atmosfera è più rilassata e conviviale, complice anche il fatto chegli ospiti cenino (e dunque bevano) durante lo svolgersi della cerimonia. Il risultato? I momenti e i discorsi sono più spontanei, moooolto più spontanei e decisamente meno abbottonati. Per esempio, nel 2020, il comico Ricky Gervais fece un discorso di dieci minuti nel quale asfaltò completamente tutta l’industria cinematografica, terminando sulle note di “Ubriacatevi, drogatevi e andateafffancu…”. L’Internet non dimenticherà mai.

Momenti cult a parte, anche i Golden Globes sono un’ottima occasione per far girare l’economia hollywoodiana: qui il dress code è ancora più formale rispetto agli Oscar, e sono l’occasione perfetta qualora si volesse sfoggiare sull’anulare sinistro un brillantozzo da 200mila dollari, come ha fatto quest’anno Zendaya per annunciare il suo fidanzamento con Tom Holland. In generale, solo perché la cerimonia si svolga, ci vogliono dai 10 ai 20 milioni di dollari, ai quali va poi aggiunto il cachet del presentatore o della presentatrice: pensate che solo le singole statuette consegnate ai vincitori, placcate in oro 24 carati, hanno un costo di produzione di circa 800 dollari ciascuna… In quest’ottica, il costo di circa un milione per ogni spot pubblicitario trasmesso in diretta sembra quasi sensato, no?

I BAFTA, regali per natura

Cugini europei degli Oscar, i Premi BAFTA rappresentano il non plus ultra dello spirito britannico, assegnati ogni anno dalla British Academy of Film and Television Arts nel corso diuna cerimonia che si tiene solitamente nel mese di febbraio (quest’anno sarà il 16) alla RoyalAlbert Hall di Londra. Un posticino easy, che solo per l’affitto si prende tra le 100 e le 500mila sterline! Ideale per un’atmosfera informale e rilassata. In generale, il giro d’affari dei premi inglesi è un po’ più contenuto rispetto a quello dei corrispettivi americani, complice anche il fatto che si tratta di awards che hanno una fortissima vena patriottica: ci sono categorie dedicate solo ed esclusivamente a film, registie attori british, e se chiedete a una Kate Winslet o a un Taron Egerton se preferiscono vincere un Oscar o un BAFTA, forse forse vi risponderanno il secondo, data l’importanza nella cultura pop locale. E okay, forse non sarà una delle cerimonie dove girano più sghei, ma sapete nominarmi unaltro frangente dove le star del cinema vengono premiate da una commissione presieduta dal Principe William in persona? Iconico è dire poco.

I Razzie, “simpatici umoristi”

In questo panorama di red carpet e competizione, serve qualcuno che non si prenda troppo sul serio. Proprio per questo ci sono i Razzie Awards, i premi più temuti dello star system, che ogni anno vengono assegnati a quelle che, a insindacabile giudizio di critici e giornalisti della Golden Raspberry Award Foundation, sono state le peggiori performance dell’anno. È ovviamente una goliardata, una provocazione, sono ragazzi: lo si capisce dal fatto che la cerimonia è chiaramente a basso, bassissimo budget e che si tiene sempre la sera prima di quella degli Oscar. Eppure, sono ben pochi i vincitori del Razzie Award che la prendono davvero sul ridere: la maggior parte di loro non presenzia alla cerimonia né accetta formalmente di ricevere il premio a forma di lampone, ma di raro c’è qualche eccezione. Di queste ce ne sono due degne di nota: quando nel 2005 Halle Berry venne premiata come “Peggior attrice” per Catwoman, non solo andò di persona a ritirare la statuetta, ma fece un discorso che prendeva in giro quelli che solitamente si fanno agli Oscar, ringraziando il regista e la casa di produzione, ovviamente con un botto di autoironia. “Mi ama così tanto da convincermi ad accettare dei progetti anche quando fanno ca*are” ha detto nel discorso, riferendosi al suo manager. Nel 2010 fu la volta di Sandra Bullock, che vinse lo stesso premio della Berry per il film “A proposito di Steve”, e anche lei come la collega ci mise la faccia e presenziò per ricevere il premio. Con il suo discorso dimostrò di stare al gioco così perfettamente che il fondatore dei Razzie Awards, John Wilson, dichiarò che “Se si deve vincere un Razzie, questo è il modo per farlo e per divertirsi. Vorrei che ci fossero più persone con questa combinazione di autoironia e coraggio”. Fun fact: il giorno dopo la Bullock vinse anche un Oscar per la Miglior attrice, per il suo ruolo nel film The Blind Side.

L’importante non è vincere né partecipare, ma fatturare.

Insomma, quale che sia il vostro attore, film o regista preferito e dovunque vogliate vederlo trionfare, la parola d’ordine di questa stagione è una sola, né vincere né partecipare, ma fatturare. Anche se, a ben vedere, per noi spettatori ne resta una quarta: divertirsi. Che di fronte a tutto questo movimento, drama e suspense, ci vogliono solo una bella poltrona e una ciotola di popcorn per godersi lo spettacolo…

Autrice: Martina Ghiringhelli

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