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Fare carriera? Troppo sbatti, la Gen Z rinuncia a ruoli da manager

La Gen Z non ha voglia di privarsi di tempo liberà e sanità mentale.

Ruoli manageriali di medio livello? No, grazie. È la nuova tendenza dei lavoratori della Genarazione Z o Gen Z, quella dei nati tra la fine degli anni Novanta e il primo decennio del nuovo secolo. Come tutte le tendenze che si rispettino ha anche un nome in inglese, che sennò non ci crediamo: “Conscious Unbossing“, che più o meno suona con “ma i manager che ci stanno a fare?!”. Questo pensiero ha come conseguenza la scelta di lasciar perdere lo sbatti della carriera e di tutte le menate che comporta.

Questo non accade solo in Italia, dove peraltro far carriera per i giovani lavoratori è comunque un’utopia consolidata. Secondo una ricerca condotta dalla compagnia Robert Walters, si registra la tendenza anche nel Regno Unito, dove il 52% dei giovani lavoratori evita di sgomitare e puntare in alto, ma soprattutto in Francia, dove la percentuale è addirittura al 77%. Più tradizionalisti gli Svizzeri, dove i “ribelli” sono appena il 30%.

Il motivo di questo rifiuto? Beh, non che all’improvviso i soldi abbiano cominciato a fare schifo. Il fatto è che per guadagnare relativamente poco di più i Gen Z non vogliono assolutamente togliersi il tempo libero, né tanto meno il sonno per le responsabilità. Qualcuno poi si rende conto di non avere tutta questa libertà di scegliere e di non imparare poi molto. Fare il manager, insomma, è un grande sbatti e non è che porti a molto: al massimo finisci a fare la pedina di un gioco più grande in cui col cazzo che puoi decidere qualcosa. 

Impossibile fare gli yes men/women per una generazione abituata a sfanculare pure i genitori e gli insegnanti e che non ha conosciuto il terrore delle conseguenze nel comportamento. Perché diventare all’improvviso disponibili?! Peraltro, le statistiche danno loro ragione: secondo una ricerca di Capterra dell’anno scorso il 71% dei manager di medio livello si sente stressato ed esaurito. Insomma, chi glielo fa fare?! Peraltro a fronte di tassi di licenziamenti crescenti nelle grandi compagnie?!

Meglio puntare tutto sulla “crescita personale“… che in soldoni vuol dire provare lavori diversi ed essere pronti a qualsiasi evenienza. E visto come va il mondo di questi tempi, forse i Duemila hanno capito tutto.

Autrice: Daniela Faggion

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